A 50 anni, all’alba di domenica 1 ottobre, è morto nella sua casa di Cassacco il poeta Pierluigi Cappello, una delle voci più limpide della letteratura friulana degli ultimi decenni.
“Questa mattina all’alba si è spento serenamente, a causa di una improvvisa recrudescenza del tumore da cui si stava curando, il poeta Pierluigi Cappello – si legge sul profilo Facebook della pagina dedicata al poeta – . Ne dà la notizia il fratello Stefano e la compagna Fabiola che, assieme al personale medico e agli amici più cari, lo hanno vegliato incessantemente in queste ultime settimane. Ringraziamo, a nome della famiglia, tutte le persone che in questi anni hanno voluto bene a Pierluigi e lo hanno sostenuto nella sua lotta quotidiana per poter dedicare ogni istante della sua breve e difficile esistenza alla cosa che amava di più: la Poesia“.
Originario di Chiusaforte ma stabilitosi in seguito a Tricesimo e poi a Cassacco, Cappello ha scoperto la passione per la poesia da ragazzo, quando questa rappresentava uno dei pochi mezzi possibili per sfuggire dalla stretta valle che ha caratterizzato la sua infanzia. Vittima di un grave incidente all’età di 15 anni, è costretto a vivere su una sedia a rotelle. Nel 1999 la sua attività letteraria prende la forma di “La barca di Babele”, collana di poesie da lui fondata che raccoglie le opere di autori friulani, triestini e veneti. In quello stesso anno arrivano per il poeta i primi riconoscimenti nazionali come i premi Città di San Vito e Lanciano-Mario Sansone.
Il Premio Montale giunge nel 2004 con “Dittico”, raccolta di poesie in italiano e friulano. Nel 2010 ottiene infine il più alto riconoscimento per la raccolta “Mandate a dire all’imperatore”, il Premio Viareggio per la poesia, che già premiò i grandi friulani Umberto Saba e Pier Paolo Pasolini.
Nel novembre 2012 l’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha insignito Cappello del premio “Vittorio De Sica”.
Nel 2013 l’Università di Udine gli assegna la laurea magistrale honoris causa in Scienze della formazione primaria e, nello stesso ano, l’Accademia dei Lincei gli conferisce il premio “Maria Teresa Messori Roncaglia ed Eugenio Mari” per l’opera poetica.
Nel 2014, viste le condizioni di vita e anche grazie alla mobilitazione di tantissimi friulani, gli viene riconosciuto il vitalizio per artisti e intellettuali previsto dalla “Legge Bacchelli”.
La regista romana Francesca Archibugi gira un documentario sulla vita e il pensiero di Capello, dal titolo “Parole povere”.
Le opere di Cappello, moltissime in doppio registro italiano-friulano, sono frutto di una ricerca quasi maniacale sulla lingua e le sue potenzialità, dove le lingue rivestono un ruolo di primaria importanza con i loro significati intrinsechi formatisi nella storia di una terra e nelle sue tradizioni. La marilenghe diventa un mezzo di espressione che funge da veicolo di significati unici altrimenti inesprimibili.
Serracchiani: “Cappello ha riportato poesia nei nostri giorni”
“Fragile e determinatissimo, Cappello ha saputo farci amare la poesia, una forma pura di arte ma anche uno strumento di resistenza, perché, come lui stesso ricordava spesso, la poesia insegna a sentire le cose senza appropriarcene”.
La presidente della Regione Debora Serracchiani, nell’esprimere il profondo cordoglio del Friuli Venezia Giulia per la morte del poeta Pierluigi Cappello, uno dei maggiori poeti contemporanei, originario di Chiusaforte e spentosi nella casa di Cassacco, nei pressi di Udine, per una malattia che aveva aggravato irreparabilmente negli ultimi mesi le sue “giornate dettate da un corpo cocciuto, che impone orari scanditi, barriere costanti”, ne ricorda lo spessore culturale e la profondissima sensibilità.
“Una persona straordinaria, oltre che un autore che ha saputo con estremo rigore coltivare una vocazione letteraria, i cui risultati ci hanno resi orgogliosi in Italia e nel mondo”, aggiunge Serracchiani.
Lo stesso Cappello, in un’intervista resa sul Corriere della Sera a un altro friulano di talento, Gianluigi Colin, asseriva: “Di poeti forse ne nascono cinque in un secolo” e ricordava l’urlo di Moravia, un lamento senza possibilità di pacificazione, alla morte di Pasolini. “E’ morto un poeta, è morto un poeta!”.
“E’ questo il sentimento che si prova quando muore una persona come Pierluigi Cappello: quella perdita irreparabile di una voce preziosa, un testimone veggente che era tra di noi e che ora potremo ritrovare leggendo e rileggendo i suoi bellissimi versi”, afferma Gianni Torrenti, assessore regionale alla Cultura.
In occasione dell’applicazione della legge Bacchelli, l’assegno straordinario vitalizio che giunse nel 2014 dopo un lungo percorso di richiesta supportato anche dal Consiglio regionale e da parlamentari del Friuli Venezia Giulia, Torrenti sottolineò come si trattasse di un giusto riconoscimento dello Stato ai meriti di un “uomo che con la sua arte molto ha donato alla nostra regione e che ha saputo nella più apparentemente tenue delle arti, la poesia, continuare una tradizione saldamente radicata nella nostra regione, esprimendo uno degli aspetti migliori della civiltà”.
E’ invece con un richiamo alla raccolta pubblicata nel 2010, che valse al poeta il premio Viareggio-Repaci, che il vice presidente della Regione, Sergio Bolzonello, sottolinea come “nella poesia di Cappello, oltre che una delle forme più alte di espressione artistica, avremo sempre modo di avere comprensione e visione del nostro tempo, fino a soffermarci sul messaggio di impegno civile libero e forte che ci rimanda il suo ‘Mandate a dire all’imperatore'”.
Scomparsa Cappello: il cordoglio del sindaco Honsell e dell’assessore Pirone
«Con profondissimo dolore esprimo il cordoglio di tutta la città per questa grave perdita. Si è spenta una delle voci più alte che il Friuli abbia mai saputo offrire in tutta la sua storia sotto il profilo artistico, educativo, etico e poetico». Con questo messaggio il sindaco di Udine, Furio Honsell, vuole ricordare il poeta e scrittore Pierluigi Cappello, scomparso oggi, 1° ottobre, all’età di 50 anni. «La nostra amministrazione comunale nel 2013 gli aveva conferito la cittadinanza onoraria proprio per rendere omaggio a una figura di altissimo profilo che aveva saputo esprimere un talento straordinario sia in campo artistico sia a livello umano – ricorda Honsell –. È stato un maestro di vita per tutti, anche per come ha saputo affrontare la tragedia che lo aveva colpito». La cittadinanza onoraria della città di Udine gli era stata conferita, con una decisione unanime della giunta e di tutto il Consiglio comunale, in particolare “per l’altissimo livello della sua espressione artistica e per lo stretto legame della sua vocazione poetica con la terra friulana”.
Al cordoglio del primo cittadino si unisce anche quello dell’assessore alla Cultura, Federico Pirone. «Siamo profondamente colpiti da questa dolorosa notizia – afferma Pirone –. Pierluigi Cappello, cittadino onorario di Udine, ha reso la sua sofferenza fisica riscatto e libertà, per tutti noi. Grazie alla sua poesia purissima ci ha fatto sentire meno poveri: senza le sue parole e la sua straordinaria capacità espressiva, faremmo fatica a ricucire i fili di un vissuto e di una comunità, a ricolmare il vuoto e la solitudine a cui ci costringe spesso questa realtà. In Pierluigi si vivifica l’urgenza delle parole intesa come urgenza della cultura e dell’educazione. Un uomo e un poeta a cui il Friuli e il nostro Paese devono profondo riconoscimento».
Fontanini:”Grandissimo poeta e intellettuale friulano che ha dato tanto alla nostra terra e alla nostra cultura”
“Ci ha lasciati troppo presto Pierluigi Cappello, un grandissimo poeta e intellettuale friulano che ha dato tanto alla nostra terra e alla nostra cultura. Ci mancherà la sua voce, la sua opera così tanto apprezzata in Friuli e non solo considerati i tanti importanti premi e riconoscimenti ricevuti per la sua produzione letteraria”. Esprime dispiacere e tristezza il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini apprendendo della prematura scomparsa del poeta originario di Chiusaforte. “Lascia un vuoto incolmabile per il Friuli che perde un intellettuale brillante, un animatore culturale che ha dato tantissimo al nostro popolo e tanto aveva ancora da dare attraverso le molteplici iniziative da lui curate e intraprese. Il suo è stato un contributo di alta qualità alla letteratura e alla lirica friulana sulla scia di un altro illustre poeta: Pier Paolo Pasolini. Cappello – rileva il presidente – ha dimostrato grandi capacità e un profondo amore per il Friuli che oggi piange una persona di alto valore. Nei suoi lavori ha valorizzato le radici, i valori e l’identità di questa terra”. Fontanini ricorda con emozione l’incontro in Provincia, nell’ottobre 2010, per il conferimento della medaglia d’argento dell’Ente conseguente al premio Viareggio assegnato a Cappello per la raccolta “Mandate a dire all’imperatore”. “In quella occasione con grande umiltà, un tratto che lo ha sempre caratterizzato, – afferma Fontanini – ha ringraziato per il riconoscimento e per la vicinanza di tutta la comunità. Ci stringiamo ancora una volta intorno a lui, e quell’ omaggio nel salone del Consiglio provinciale assume oggi un significato ancora più profondo”.
Da Pozzo ricorda con commozione “la voce poetica del Friuli”
Per tributargli gli onori di voce poetica del Friuli, di suo straordinario rappresentante culturale, la Camera di Commercio di Udine gli conferì la Targa d’Oro alle Premiazioni del Lavoro e del Progresso economico del 2014. E ora, tramite il presidente Giovanni Da Pozzo, ricorda con commozione la sua scomparsa, «davvero troppo prematura. Non è facile – dice Da Pozzo – trovare parole appropriate per salutare Pierluigi Cappello, che proprio con le parole aveva costruito un mondo unico, speciale, in grado di toccare, profondamente, la mente e il cuore. Con affetto e ammirazione, il mondo dell’economia friulana, il Friuli tutto, gli dice addio: ne è stato esponente sublime, rappresentante del mondo della cultura e di quel suo originale, prezioso e intimo “spazio libero” che è la poesia. E ha sempre legato strettamente la sua produzione all’appartenenza al Friuli, usandone anche la lingua e cantandone la voce nella sua peculiare essenza, cosa che forse solo la poesia, la grande poesia può cogliere nel profondo». Proprio in occasione delle Premiazioni 2014, che avevano come tema le prospettive per il futuro, Cappello regalò una sua riflessione al mensile camerale Udine Economia. “Partiamo da un dato confortante – disse il poeta al giornale –: Udine è la città in Italia dove si comprano più libri. Il Friuli come lʼItalia, in questo non cʼè distinzione, devono adoperarsi in un lavoro profondo di cura delle proprie radici culturali”. E ancora: “Occorre conoscere la propria storia, letteratura, tutelare il paesaggio e i beni culturali dove si vive. Sono elementi essenziali per costruire, percepire e rafforzare la nostra identità, friulana, italiana che sia. Questa è unʼazione fondamentale ‒ proseguì Cappello ‒perché, se non conosci te stesso, come fai a confrontarti con gli altri? Qual è il termine di paragone?”. Lʼauspicio espresso dal poeta è stato che “istituzioni, Università, società lavorino insieme per una forte ripresa culturale non solo tecnica e scientifica, ma umanistica”.
«Addolorati – conclude Da Pozzo –, lo ricorderemo per sempre come uno dei più bei simboli del nostro territorio: ne resterà inestimabile ambasciatore e messaggero».
Parole povere dal Premio Terzani
Parole povere sono quelle che ci restano nel giorno della scomparsa di Pierluigi Cappello. Il nostro affettuoso ricordo va a una serata del maggio 2014, e all’abbraccio della città di Udine, stretta intorno al poeta di Chiusaforte e allo scrittore pakistano Mohsin Hamid, entrambi vincitori del Premio Terzani, quell’anno. “Che mondo fa?” Ci chiedevamo in quella edizione, a vicino/lontano. Tante risposte ci sono arrivate da “Questa libertà”, di Pierluigi Cappello, un’opera di forte empatia con il suo tempo, un testo in cui vissuto individuale e ambiente del vivere si sono intrecciati a definire un microcosmo senza confini, di toccante impatto emotivo. Che mondo fa? Era la domanda che si ripeteva anche Tiziano Terzani, che ha percorso il mondo con i piedi e lo sguardo. Pierluigi Cappello ha potuto farlo, idealmente ma incisivamente, solo con la penna. A lui va il nostro pensiero, oggi e per le stagioni a venire. Ricordando, con le nostre povere parole le sue, di quell’anno: “Ci sono parole senza corpo e parole con il corpo. Libertà e’ una parola senza corpo.Come anima. Come amore”…