Lo scorso 25 giugno il nostro ateneo ha festeggiato i suoi 40 anni con una cerimonia pubblica che ha visto la partecipazione di rappresentanti istituzionali tra cui il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, e il presidente della Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini. È stato presentato il volume “Disegniamo il futuro” dedicato “ai friulani che hanno fortemente voluto la loro università”. È stata l’occasione per la consegna di riconoscimenti ai precedenti rettori e a Marino Tremonti, già presidente del Comitato per l’Università friulana, e ai familiari di Tarcisio Petracco, tra i padri fondatori dell’Università del Friuli.
Investimenti in corso per 20 milioni in tre anni solo grazie a un’oculata gestione
Durante la cerimonia abbiamo indicato i risultati ottenuti dalla nostra università e le prospettive di sviluppo delineate nel Piano strategico di ateneo. Gli investimenti per l’attuazione del piano quinquennale ammontano a oltre 20 milioni di euro. Nei primi tre anni sono stati investiti oltre 12 milioni di euro e nel secondo biennio sono previsti altri 8 milioni. Uno sforzo significativo che dà il segno di un ateneo che vuole tenere il passo delle migliori università del nostro Paese. Le risorse pari a 20 milioni di euro sono state create dai bilanci positivi dell’ateneo nel quadriennio 2014-17 che hanno generato un utile complessivo di oltre 30 milioni di euro, di cui 20 investiti come da Piano strategico e 10 destinati a riserva per mettere in sicurezza l’università negli anni a venire.
Non entro qui nei risultati ottenuti per i quali rimando al libro pubblicato dalla nostra casa editrice Forum, mentre desidero soffermarmi sulle criticità delle risorse, di cui è opportuno che i friulani abbiano piena consapevolezza.
L’ateneo del Friuli sconta da 25 anni un pesante sotto-finanziamento strutturale. La legge 537 del 1993 istituì il ‘Budget unico di finanziamento’ che sanciva il finanziamento per gli anni a venire sulla base della fotografia delle risorse assegnate alle università a quella data. Ciò ha penalizzato le università, come quella di Udine, nel pieno del loro sviluppo. Nel 1993 il nostro ateneo aveva 9.200 studenti. Dal 2009 in poi il meccanismo di ripartizione è parzialmente cambiato: oggi sono previste quote basate su finanziamento storico, costi standard e premi sui risultati della ricerca, ma la situazione non è cambiata.
Può essere significativo confrontare Trento, Trieste e Udine (dati 2016). Numero di studenti: 16.509 (Tn), 14.983 (Ts), 15.198 (Ud); numero di docenti: 632 (Tn), 692 (Ts), 686 (Ud); fondo di funzionamento ordinario in euro: 113.288.606 (Tn), 87.312.964 (Ts), 73.133.178 (Ud); fondo di funzionamento ordinario/studente (euro/studente): 6.862 (Tn), 5.827 (Ts), 4.812 (Ud); costo di dottorandi e assegnisti di ricerca/docente (euro/docente): 36.117 (Tn), 13.164 (Ts), 10.976 (Ud). I dati sono eloquenti: ciascun docente dispone ogni anno di un budget per collaboratori di ricerca in più rispetto a Udine pari a 3,3 volte (Tn) e 1,2 volte (Ts).
Recentemente – sulla base della valutazione dei risultati della ricerca nel quadriennio 2011-14 (ovvero gli ultimi tre anni del precedente rettorato e il primo di quello attuale) – sono stati individuati dal Ministero i Dipartimenti di eccellenza del Paese. L’Università di Trento ha ottenuto un risultato lusinghiero: 8 (Tn), 2 (Ts), 1 (Ud). La Provincia autonoma finanzia l’Università di Trento per 2.000 euro/studente in più rispetto a Udine e lo Stato finanzia l’Università di Trieste per 1.000 euro/studente in più rispetto a Udine. L’Università di Udine se perequata a quella di Trento dovrebbe ricevere 30 milioni di euro in più all’anno, se perequata a quella di Trieste 15 milioni di euro in più all’anno.
Di fronte a questa situazione storica di sbilanciamento dei finanziamenti nazionali, il Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia ha riconosciuto a livello normativo, con la legge regionale 2 del 2011 inerente al finanziamento del sistema regionale universitario, la necessità di interventi perequativi. Ma il tutto si è risolto con un finanziamento una tantum nel 2017/18 di 300.000 euro. Lascio ai lettori il giudizio.
Se i friulani vogliono che la loro università cresca in modo adeguato e rimanga competitiva non possono lasciarla sola. I parlamentari della Regione e la nuova giunta regionale dovranno fare una scelta: intervenire o lasciare che la forbice si allarghi.