No allo sfruttamento del territorio e no alle esercitazioni militari, tanto meno all’inertizzazioni di ordigni bellici. La Carnia dice no al brillamento delle bombe della Seconda Guerra mondiale e lo fa con un’azione di protesta che, sebbene organizzata dall’oggi al domani, ha visto l’adesione di centinaia di persone.
Motivo della discordia il provvedimento che vede l’esercito impegnato per quattro giorni, a Illegio, nelle operazioni di inertizzazione di alcuni ordigni ritrovati in Friuli. Quattro giorni che sono apparsi fin troppi per tacere il disagio e soprassedere su una questione che alla Carnia intera sta molto a cuore.
Centinaia di persone hanno aderito alla protesta pacifica ma irremovibile. I manifestanti, guidati dai sindaci, hanno scortato a passo d’uomo i mezzi militari fino alla zona demaniale, rallentando così le operazioni di brillamento che dovevano partire alle 9.30. Le operazioni di brillamento sono state regolarmente effettuate, ma in ritardo sulla tabella di marcia. Sul posto, oltre a cittadini comuni e sindaci, erano presenti anche rappresentanti di altre associazioni e del Cai di Tolmezzo.
A controllare lo svolgimento pacifico della manifestazione Digos, Carabinieri e Polizia.
“Non vogliamo che il nostro territorio diventi una discarica. Ora che anche l’ultimo alpino della caserma Cantore di Tolmezzo se n’è andato – spiega il sindaco Brollo – vogliamo puntare sul turismo e sul rilancio di un territorio che non vuole più le bombe, nè le esercitazioni militari”.
A tal proposito Brollo ha ricordato come “tra maggio e giugno la zona del poligono militare sarà nuovamente interessata da esercitazioni, per una durata complessiva di 26 giorni. Noi vogliamo salvaguardare l’ambiente e rilanciare il turismo nelle nostre zone”.
Oltre al sindaco di Tolmezzo, Francesco Brollo, erano presenti anche i primi cittadini di Amaro, Ampezzo, Cavazzo, Cercivento, Socchieve e Verzegnis.