Lo stop dell’elettrodotto è un problema – grave – che va risolto il prima possibile, trovando una soluzione – come avvenuto le settimane scorse, ad esempio, per Fincantieri – per permettere alle aziende, grandi e piccole, di poter lavorare.
L’appello unanime viene dalla categorie del “privato” della Cisl di Udine, fortemente preoccupate per la decisione assunta, sicuramente in buona fede dalla Magistratura, ma che rischia di avere pesantissime ricadute sull’occupazione e sull’economia dell’intero Friuli Venezia Giulia. Urge, dunque, per Fim, Filca, Femca e Fisascat un immediato intervento della Regione per far ripartire l’opera e dare fiato ad un manifatturiero già in estrema sofferenza. Lo stop dell’elettrodotto Udine-Redipuglia, infatti – si legge in una nota congiunta delle quattro federazioni – non va a minare soltanto l’attività dell’Abs, che pure ha legato ingenti investimenti (200 milioni) alla realizzazione dell’opera, ma anche tutte le imprese energivore del territorio. Non solo le grandi e non solo quelle metalmeccaniche, ma pure le piccole aziende del legno, soprattutto del Manzanese, che con enorme fatica stanno cerando di uscire dalla crisi, e quelle chimiche. Ognuno, a livello personale, può giudicare l’opera: sta di fatto che le esigenze del mercato e la produzione impongono scelte energetiche importanti e, specialmente, tempistiche certe. A mettere in allarme Fim, Femca, Filca e Fisascat sono, infatti, anche i tempi della burocrazia, che non coincidono con quelli delle aziende e del lavoro. Un dramma tutto italiano, che ostacola investimenti e mette a repentaglio posti di lavoro, 150 nel solo caso dell’elettrodotto friulano. Burocrazie farraginose – prosegue il comunicato unitario – producono più danni che benefici, impedendo alle imprese di poter competere ad armi pari e penalizzando le attività in corso o imminenti come, ad esempio, quelle del polo chimico della Caffaro che il prossimo anno collauderà i nuovi impianti del cloro. Resta, poi, aperto il problema del rapporti tra energia e costi e che dovrà essere affrontato in maniera definitiva dalla Regione e dalla politica, considerato che “centrali di sito” e “autoproduzione” sono ancora di là da venire.
Coro unanime contro lo stop all’elettrodotto
L'allarme di Cisl di Udine, fortemente preoccupata per la decisione dalla Magistratura, che rischia di avere pesantissime ricadute sull’occupazione e sull’economia dell’intero Friuli Venezia Giulia
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