Internet è un luogo non luogo dove la maggioranza degli adolescenti di tutto il mondo vive una seconda vita, diversa e segreta rispetto a quella reale e accessibile da genitori e adulti. I ragazzi vivono connessi, 24 ore su 24, a smartphone e dispositivi elettronici e quindi alla Rete, al Web, dove fanno un uso massiccio di social e chat, entrando in contatto con un universo sconosciuto e insidioso. Non è un caso, quindi, se il bullismo e in particolare il cyberbullismo sono fenomeni in crescita, poiché trovano terreno fertile nelle abitudini dei più giovani. Le conseguenze di certi comportamenti al limite – una volta c’erano le così dette netiquette per chi utilizzava Internet, una sorta di galateo per navigatori rispettosi dell’altro – si pagano a caro prezzo. Sono in tanti i ragazzi italiani che hanno scelto di farla finita e suicidarsi per fuggire alle umiliazioni subite da cyberbulli. In tanti, invece, decidono di denunciare i propri carnefici, ma molti ancora oggi subiscono passivamente e non trovano il coraggio di chiedere aiuto. Anche per questo le Forze dell’ordine tendono una mano alle vittime di abusi e soprusi con diverse iniziative collegate al “Safer Internet Day 2016”.
In Friuli Venezia Giulia come stanno le cose? Dati alla mano nel 2015 si è registrato un leggero calo dei reati legati a questo tipo di fenomeno, come conferma la Polizia di Stato.
“Nel 2015 abbiamo assisitito ad una leggera flessione dei reati legati al cyber bullismo, segno che la nostra attività e quella degli operatori del settore sta dando i primi frutti – dichiara Alessandra Belardini, Dirigente del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni del Friuli Venezia Giulia -. Prevenzione e formazione sono gli strumenti più efficaci per far sì che i giovani imparino a navigare con prudenza in Internet e per aiutare, allo stesso tempo, i genitori e i professori a conoscere i mezzi a loro disposizione per proteggere i figli dai pericoli del Web”.
Due i minorenni denunciati per stalking e diffamazione on line in region, ma i casi trattati per ciascuna tipologia di reato sono stati , nell’ordine, 4 e 7 (contro i 4 e 10 del 2014). Due minori hanno subito minacce e due molestie da parte di compagni minorenni, mentre soltanto uno ha denunciato di aver ricevuto ingiurie.
Salgono a quattro casi, invece, rispetto al 2014 quando era stato registrato soltanto un caso, i furti di identità social a danno di minorenni, mentre è quasi dimezzato il reato di diffusione di materiale pedopornografico con protagonisti studenti con meno di 18 anni. Siamo passati dai 9 casi del 2014 ai 5 del 2015.
In totale i casi trattati dalla Polizia di Stato sono stati 25, contro i 27 del 2014.
“In linea con gli obiettivi prefissati ad inizio anno scolastico e comunicati il 15 ottobre in occasione dell’arrivo del Truck “una vita da social” a Trieste, alla fine di quest’anno raggiungeremo sul territorio regionale una più vasta platea di studenti e di genitori, circa il doppio rispetto agli anni precedenti, grazie anche alla partnership con l’Ufficio Scolastico Regionale”.
“Preme ricordare che la Specialità è presente anche sulla Rete, con consigli utili che possono essere reperiti sul sito poliziadistato.it e su quello del commissariatodips.it, oggi anche attraverso l’App scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone o su tablet, sia per il mondo Apple che Android”.