Dissequestrato il cantiere che nei giorni scorsi era stato fermato dalla Procura di Gorizia e dalla Guardia Costiera di Grado mentre procedeva ai dragaggi del canale della Litoranea Veneta verso Barbana. Con il reato di inquinamento ambientale, gli uomini del Nucleo Operativo Ecologico di Udine avevano posto i sigilli alla zona in cui le ditte operavano in quanto, secondo le Forze dell’Ordine, i fanghi da escavo erano stati depositati in una zona non consona. Di fatto la laguna si divide in tre zone, ognuna delle quali classificata secondo inquinamento da mercurio e secondo caratteristiche biologiche e di ecosistema ben precise. Lo sversamento di fanghi in luoghi diversi creerebbe, di fatto, un grave problema. Negli scorsi giorni, invece, i sigilli sono stati tolti, facendo così proseguire i dragaggi e consentendo non solo la navigazione civile, ma di quella, ancora numerosa, che porta i fedeli sull’Isola-Santuario di Barbana.
Dissequestrato il cantiere dei dragaggi, lavori ripartiti in laguna a Grado
Escavazioni necessarie per il traffico navale della Litoranea Veneta
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