“La scelta da parte del cittadino di dichiarare ora per allora le cure cui sottomettersi, oltre alla pesante integrazione burocratica e alla decisione che svilirebbe la presenza e professionalità sanitaria, cancellerebbe il senso di partecipazione e responsabilità della famiglia e dei familiari nell’assistere, curare e decidere per il bene della persona nel momento in cui abbisogna”. Lo afferma Franco Trevisan, presidente di Federvita, l’associazione regionale che riunisce i Centri e Movimenti per la vita.
L’associazione sostiene che “chi ha votato tale legge abbia dimenticato il senso di quel limite che caratterizza l’uomo in sé, in quanto per natura vive con e per l’aiuto d’altri, dalla madre sin dalla nascita e fra le braccia dei familiari nella malattia o vecchiaia. Diversamente – prosegue Trevisan – esiste solo il percorso che porta o accelera il fine vita, cosa già sperimentata in regione e che alcuni ancora vantano come segno di primogenitura. Questo vanto dimostra che l’essere primi in certe situazioni può significare l’essere ultimi”.
Federvita contro il biotestamento
"La scelta da parte del cittadino di dichiarare ora per allora le cure cui sottomettersi cancellerebbe il senso di partecipazione e responsabilità della famiglia e dei familiari"
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