Sempre meno, sempre più vecchi. Che le forze dell’ordine siano in difficoltà è noto da tempo, ma ci stiamo avvicinando a un punto oltre il quale garantire la sicurezza ai cittadini non sarà più possibile.
In questa decade di sostanziale blocco nelle assunzioni chi è andato in pensione non è stato sostituito. L’età media continua ad alzarsi con il risultato che entro qualche anno i vuoti saranno tali da non poter essere tamponati se non attraverso misure straordinarie.
Polizia di Stato, polizia penitenziaria, carabinieri (anche se in questo caso è impossibile trovare conferma perché manca una rappresentanza sindacale) e vigili del fuoco devono affrontare lo stesso, identico problema.
Appena quattro mesi orsono il capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli, con la consueta franchezza aveva parlato di “senilizzazione” dei poliziotti, causata dall’innalzamento dell’età pensionabile e dal blocco delle assunzioni attuato per ridurre la spesa pubblica. Allora Gabrielli aveva citato tre questure come esempio emblematico di cosa stava accadendo: ebbene, oltre a Rieti c’erano anche Udine e Pordenone, ovvero ben due sedi su quattro presenti in Friuli Venezia Giulia, regione che deve anche fare i conti con i gravi problemi legati ai richiedenti asilo.
Sedi sguarnite da 10 anni di blocco delle assunzioni
I numeri forniti da Sap, Siulp e Ugl Fsp polizia rendono l’idea di quanto siamo messi male: dal 2008 ad oggi, sono andati in pensione secondo Olivo Comelli, segretario regionale del Sindacato autonomo polizia (Sap), 829 agenti e la situazione continua a peggiorare perché nel solo 2018 a Udine sono previsti ben 29 pensionamenti, mentre l’età media supera ormai i 51 anni. “Dieci anni di blocco totale – conferma Comelli – hanno creato seri problemi, aggravati anche dal fatto che proprio le due questure friulane citate da Gabrielli sono spesso meta finale di agenti originari della nostra regione che a fine carriera cercano di avvicinarsi a casa. Meno personale significa che chi resta in servizio deve sobbarcarsi turni e ritmi di lavoro insostenibili. Non è pensabile che una persona di oltre 50 anni sia in grado di garantire la stessa prontezza ed efficienza operativa di un collega con 20 anni di meno”.
Affrancare i poliziotti dalla burocrazia
Cambia il sindacato, ma non la lettura molto preoccupata della situazione. Roberto Declic segretario regionale del Sindacato italiano unitario lavoratori polizia (Siulp) ricorda che a livello nazionale sono stati persi circa 20mila agenti, ma le competenze sono rimaste le stesse: “La situazione è difficile ovunque, ma in regione è ormai insostenibile e bisogna prendere decisioni drastiche e non solo in termini di rinforzi. Per esempio, tutto il carico burocratico legato al problema dei migranti andrebbe trasferito a strutture dedicate all’interno del ministero dell’Interno e questa richiesta sarà avanzata formalmente il prossimo 6 aprile durante il congresso regionale”.
Situazione pesante in tutte e quattro le questure anche secondo Raffaele Padrone, vicesegretario nazionale Ugl fsp Polizia, aggravata dall’età media molto elevata degli agenti: “A Pordenone riusciamo a garantire ancora una pattuglia – conferma il sindacalista – solo grazie al fatto che dall’ottobre dello scorso anno sono stati aggregati agenti provenienti dal Veneto, ma si tratta di distacchi limitati. Non ci resta che sperare che arrivino nuovi agenti, capaci anche di far calare l’età, altrimenti sono guai”.
Forze dell’ordine: un terzo degli agenti è sparito
Polizia di Stato, Polizia penitenziaria, Carabinieri e Vigili del fuoco devono affrontare lo stesso identico problema
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