Guerra delle antenne: il Comune di Udine perde anche il secondo ‘round’. E’ stata depositata ieri la sentenza del Tar regionale con la quale il Tribunale ha dato ragione alla Vodafone che aveva fatto ricorso contro palazzo D’Aronco contro il diniego a riconfigurare l’antenna di viale Divisione Garibaldi Osoppo, potenziando il segnale Umts e introducendo della tecnologia Lte (standard utilizzato per la trasmissione di dati a banda larga).
Il Comune si era opposto a tale operazione ritenendo, da una parte, che “la nuova tecnologia, comportando un aumento della potenza, determina un aumento del campo elettromagnetico, incompatibile con la pianificazione comunale, che ha quale proprio presupposto un determinato livello di emissioni”. Dall’altra, per gli uffici comunali “l’intervento di riconfigurazione è incoerente con le localizzazioni del Regolamento comunale, da intendersi come i luoghi in cui è possibile non solamente installare un nuovo impianto, ma anche modificarne uno esistente”.
Motivi, questi, che non hanno convinto i giudici. Per il Tar, infatti, “il Comune può disciplinare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti, tendendo a minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, ma non può vietare l’ammodernamento delle reti esistenti”. Tanto più che, quando ha presentato la Scia per la riconfigurazione, Vodafone ha allegato anche la certificazione dell’Arpa regionale, unico soggetto competente per la verifica del rispetto dei limiti di emissione e dei valori di attenzione, che il nuovo impianto non sfora i ‘paletti’ imposti dalla legge.
Come accennato, si tratta della seconda ‘battaglia’ persa dal Comune di Udine su questo fronte. A inizio anno, il Tar aveva dato ragione all’H3g per un’operazione simile su 5 installazioni in città e annullato ‘no’ di palazzo D’Aronco. Il Comune è stato condannato al rimborso delle spese per 3.000 euro.