In Friuli, come nel resto d’Italia, ci si sposa sempre meno, sempre più ‘da grandi’ e sempre più spesso davanti al sindaco piuttosto che in chiesa. In aumento, invece, la convivenza. Un fenomeno che riguarda soprattutto gli italiani più giovani, ma il calo delle cerimonie tocca anche gli stranieri e i connazionali che scelgono un partner di un’altra nazionalità.
Album di nozze
È quanto emerge dal report dell’Istat su matrimoni, separazioni e divorzi relativo al 2014, l’ultimo disponibile. Ma la situazione è destinata a cambiare e a diventare ancora più composita anche in funzione delle nuove possibilità offerte dalla Legge sulle unioni civili recentemente approvata.
Guardando i dati relativi alla nostra regione, è in calo il numero assoluto delle celebrazioni, che nel 2004 erano 4.468 mentre risultano 3.479 dagli ultimi rilevamenti. Una diminuzione media che sfiora il 25%. Entrando nel dettaglio delle quattro provincie, Pordenone è quella dove si registra il calo più netto, con una diminuzione pari al 31% in dieci anni. Udine, invece, è l’area dove questo flessione è meno marcata, perché raggiunge il 18%.
Per quanto riguarda la scelta del rito con cui celebrare le nozze, in Fvg da tempo registra una preferenza per il rito civile: secondo i dati già nel 2008, infatti, il 53% delle coppie si sposava in Comune, mentre il 47% in chiesa. Col passare del tempo la tendenza si è accentuata, perché nel 2014 ben 6 coppie su dieci hanno celebrato il proprio matrimonio con rito civile.
Questo anche in funzione del fatto che oltre il 16% degli sposi e il 17% delle spose hanno già un matrimonio alle spalle.
È un elemento che incide, ovviamente, anche sull’età media al momento delle nozze: se nel 2004 gli uomini si sposavano a 34 anni, nel 2014 lo fanno quasi a 37. Quasi lo stesso innalzamento dell’età media vale anche per le donne: 30 anni scarsi nel 2004, oltre 32 nel 2014.
Collegato alla scelta di sposarsi, c’è anche l’indicazione del tipo di rapporto ‘economico’ che i due coniugi intendono tenere tra loro.
Cambia il portafoglio
Di tutti i matrimoni celebrati nel 2014, Nella nostra regione due terzi delle coppie hanno scelto il regime patrimoniale di separazione dei beni, mentre il restante terzo ha preferito la comunione dei beni, con una proporzione che rimane costante anche se cambia il titolo di studio dello sposo.