Il Lago di Cavazzo si racconta attraverso i suoi fondali. Tre robottini, che raccolgono dati nella aree sommerse, hanno fornito le carte batimetriche attraverso ecografie nella successione di sedimenti.
Lo studio è stato effettuato da ricercatori dell’Istituto di scienze marine Ismar che sta sviluppando nuove tecnologie per determinare la qualità delle acque e dei fondali.
“Grazie ai nostri rilievi – ci spiega Luca Gasperini dell’Ismar – si rileva la differenza fra i sedimenti che si sono depositati nel corso degli anni”.
I risultati della ricerca sono stati illustrati oggi nella sede della Nautilago, in vista del concorso di idee per rendere fruibile il lago, così come era stato autorizzato dalla Regione nel 2017.
L’idea è quella di creare un bypass che impedisca lo scarico delle acque della centrale direttamente nel lago di Cavazzo.
“Abbiamo visto che il livello di impatto dello spessore dei sedimenti è maggiore rispetto a quelli naturali” ci spiega Gasperini sottolineando che “quando le colate di fango arrivano in profondità sterilizzano il fondo del lago, togliendo l’ossigeno”.
I ricercatori dell’Ismar avevano iniziato i loro studi sul Lago dei Tre Comuni per testare nuove tecnologie. Invitati dal Comune di Trasaghis a continuare le ricerche, sono rimasti affascinati dall’ambiente sul quale ritengono valga la pena intervenire per tutelare e preservare le sue caratteristiche.