Il Friuli Venezia Giulia è al primo posto in Italia per l’innovazione, nello specifico nei campi delle imprese che hanno introdotto innovazioni tecnologiche – di prodotto e di processo -, organizzative e di marketing e delle imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto o servizio nell’arco di un triennio, ma evidenzia lacune pesanti nel settore della salute – riguardo ad aspettativa di vita e malattie gravi – e per quanto concerne la volenza sulle donne.
E’ quanto emerge dal rapporto “Bes – Benessere equo e sostenibile ” presentato al Cinema Centrale di Udine in occasione di Future Forum, manifestazione che proseguirà fino al 29 novembre.
Di “Bes” hanno discusso gli autori – gli studenti delle classi IV e V dell’Istiuto “Deganutti”, coordinati dal loro insegnante, l’avvocato Enzo Barazza -, Paolo Zaramella della Saf, Francesco Martines – sindaco di Palmanova – e gli assessori cittadini Giacomini – innovazione e sviluppo -, Del Torre – bilancio – e Venanzi -commercio -. Il rapporto, che prende in considerazione dodici “domini” divisi in 117 slide – salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi – è stato elaborato valutando i dati Istat del 2010 e 2011, comparando per ogni indicatore il Friuli Venezia Giulia con la media nazionale e con le regioni più e meno virtuose. Ne è emerso un quadro incoraggiante, che racconta – come ha dichiarato Barazza – «di una regione piuttosto virtuosa, ma che presenta anche alcune criticità».
I dati
Detto della capacità di fare innovazione altri dati positivi messi in evidenza riguardano lo stato fisico delle ragazze a 14 anni – le più “in salute” della penisola -, e il consumo di ortaggi e frutta – siamo secondi solo al Piemonte. Positivi e migliori rispetto alla media nazionale anche buona parte gli altri parametri relativi alla voce “ambiente”.
Le note dolenti si fanno sentire riguardo alla speranza di vita – 79 anni -, inferiore di poco rispetto alla media italiana -79.4 – al tasso di mortalità per tumore fra le donne – prima regione in Italia – alle donne fra i 16 e 70 anni vittime di violenza sessuale – il dato è quasi superiore di un terzo rispetto al valore medio – e ai comportamenti a rischio dovuti al consumo di alcol, dove siamo vicini al vertice.
Al termine del dibattito è stato proiettato il lungometraggio d’animazione “L’arte della felicità”, alla presenza del regista e disegnatore Alessandro Rak, che ha aperto la 28sima Mostra Internazionale di Critica Cinematografica di Venezia, una nuova e giovane impresa culturale. Il film verrà proiettato anche stasera alle 20.15 al Cinema Centrale, preceduto dall’intervento dello stesso Rak e di Maria Carolina Terzi, produttrice dell’opera per l’Istituto Luce. «Ho usato una forma espressiva a cui il pubblico non è abituato, in questo senso “innovativa”.
L’aver lavorato in gruppo, rispetto a quelli che sono i miei standard, con altre persone, mi ha soddisfatto», ha spiegato il regista. Per la realizzazione pratica, come ha raccontato poi a Future Forum il produttore Luciano Stella, «ha agito un collettivo di talenti giovani, tutti protagonisti dell’opera e coordinati da Rak. Una capacità di struttura orizzontale, dove la cura delle energie di ognuno e dell’espressione creativa dei singoli trovasse spazio senza nulla togliere a scadenze e budget. Se si organizzano i talenti con energia la crisi è un’opportunità per chi è abituato a lavorare con pochi mezzi e in situazioni difficili».