Sulle opere esposte nel centro storico di Grado per la manifestazione ‘L’isola delle donne’ non si sono abbattuti solamente gli agenti atmosferici. Su di esse hanno infierito anche alcuni vandali, in particolare sulle installazioni poste sul retro del municipio gradese, tra il palazzo ed il Golfo. A denunciarlo la stessa Jo Egon, artista che le ha ideate e create. Si tratta di alcuni vestiti da donna bianchi, vuoti e posti, quasi come fantasmi, sulla diga. Nei giorni scorsi, complice il freddo, la pioggia e la forte bora, le stesse si erano piegate dinanzi le sferzate del vento. Ma c’è di più, in quanto l’artista, nel riportarle a casa propria per le dovute opere di restauro e ripristino, ha notato anche alcuni atti di vandalismo. “Queste persone che mostrano di non saper rispettare il lavoro degli artisti, sono anche da compatire perché non hanno capito che questa bellezza era, ed è anche per loro” commenta l’assessore alle pari opportunità, Federica Lauto. “Rappresentano la violenza alla donna” commenta Jo Egon. “Il loro senso è compiuto, chi l’ha fatto ha espresso esattamente ciò che volevano raccontare.” Le opere, riparate appositamente con un filo rosso a sottolineare le loro ferite e non a nasconderle, saranno riportate dove erano domenica. “Devono stare lì, come noi, più forti delle tempeste e con le cicatrici addosso” conclude Egon.
Installazioni vandalizzate sulla diga di Grado: torneranno riparate domenica
L'artista Jo Egon ha provveduto ad aggiustare quanto rotto con un filo rosso
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