Angelo Izzo, dopo anni di silenzio è tornato a parlare. E lo ha fatto attraverso una lettera inviata al settimanale ‘Giallo‘, raccontando nei dettagli come sarebbe – il condizionale è d’obbligo se si parla del mostro del Circeo – stata uccisa la giovane friulana di San Vito al Tagliamento Rossella Corazzin, scomparsa da Tai di Cadore nell’estate del 1975 e mai più ritrovata.
Izzo torna con la memoria a quell’estate del 1975 e rivela i dettagli del macabro ritoche avrebbe preceduto l’uccisione di Rossella. La 17enne friulana sarebbe stata avvicinata da alcuni ragazzi romani in vacanza in Cadore amici di Izzo, a bordo di un Land Rover, e rapita. In una casa sul lago Trasimeno, di proprietà della famiglia di Francesco Narducci (medico morto nel 1985 e coinvolto a suo tempo nell’indagine sui delitti del mostro di Firenze, ndr.), si sarebbero poi consumate le violenze.
Izzo racconta che al rituale di morte erano una dozzina, tutti riuniti attorno a un tavolo e vestiti con una lunga tunica bianca con una rosa rossa ricamata. Rossella Corazzin, drogata e priva di sensi, nuda sul tavolo in una delle stenze della villa sul Trasimeno.
Nella lettera pubblicata dal settimanale Giallo, Izzo chiede alla Procura di Perugia “di essere portato nella villa che ho indicato nei verbali redatti a seguito delle mie dichiarazioni sull’omicidio di Rossella Corazzin. Se mi trovassi all’interno di quella casa, ubicata nella zona del Lago Trasimeno, sarei in grado di essere ancora più preciso riguardo a quanto è avvenuto in occasione del rito in cui poi è stata uccisa la ragazza. Una volta in quella villa, potrei indicare il luogo dove la Corazzin è stata reclusa per diversi giorni e anche la stanza dove poi si è consumato il sacrificio”.
Poi il mostro del Circeo parla delle violenze che la giovane avrebbe subito. Izzo non risparmia dettagli cruenti, ammesso che tutto ciò che scrive e dichiara sia vero. Il rituale sarebbe proseguito con un patto di sangue, suggellato mescolando quello dei presenti a quello della ragazza. Izzo, infine, ribadisce di non aver assistito alla morte della giovane, poiché altri del gruppo la spostarono in un’altra stanza.
Fantasie malate di un uomo allo sbando? Il delirio di un assassino incallito e con la passione per i gialli e i romanzi? Una storia totalmente inventata? Una storia ispirata alle schede sui gialli irrisolti pubblicate dal sito della trasmissione tv ‘Chi l’ha visto?’? Oppure la verità?
La procura di Perugia che ora ha in mano il fascicolo inviato dalla Procura di Belluno approfondirà. Nel frattempo Izzo fornisce una risposta anche a ai tanti che siinterrogano sul perchè abbia deciso di parlare soltanto ora.
“Un paio di anni fa ho preso la decisione di dare un taglio netto con il mio passato – si legge nella lettera pubblicata da ‘Giallo’ -. In particolare, ho inteso parlare di qualcosa di cui avevo già parlato ma con alcune reticenze”. Ma anche questa dichiarazione va presa con le pinze, vista l’attitudine di Izzo a volare con la fantasia.
Il settimanale ha interpellato anche il legale di Izzo, Rolando Iorio, che dice “è necessario indagare, così come aveva iniziato a fare la Procura di Belluno, i cui inquirenti avevano trovato i primi riscontri alle dichiarazioni del mio assistito. È giusto che si indaghi anche per non avere alcun peso sulla coscienza”.
Giallo riaperto a 43 anni di distanza
Il nome di Rossella Corazzin è tornato prepotentemente alle cronache dopo le recenti rivelazioni circa alcune dichiarazioni che lo stesso Izzo avrebbe fatto qualche anno fa, nel corso di un interrogatorio.
L’uomo, infatti, è in carcere perché condannato all’ergastolo per il duplice omicidio di Maria Carmela e Valentina Maiorano, rispettivamente moglie e figlia di Giovanni Maiorano, suo compagno di cella, compiuto mentre godeva della semilibertà. In precedenza, nell’estate 1975, Izzo assieme a Gianni Guido e Andrea Ghira era stato condannato per l’omicidio di Rosaria Lopez e il tentato omicidio di Donatella Colasanti, avvenuto in una villa di San Felice al Circeo. Il rapimento e l’uccisione di Rossella Corazzin, quindi, potrebbe essere stato un ‘prequel’ di quanto sarebbe accaduto in provincia di Roma, appena qualche settimana dopo, in quella calda e violenta estate del 1975.