Il liceo scientifico Copernico di Udine, in continuità con la ricerca svolta per il Future Forum del 2015, dove, coinvolgendo le scuole dell’area metropolitana udinese, era stato analizzata la percezione dei luoghi urbani da parte degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, per il Future Forum del 2016 ha elaborato uno strumento statistico d’indagine sulla immigrazione.
La ricerca è stata elaborato dall’architetto Roberto Cocchi, anche docente al liceo, che ha organizzato anche un convegno sul tema in qualità di responsabile per Iscos Fvg, Istituto sindacale di cooperazione allo sviluppo. L’elaborazione statistica della ricerca ha visto la collaborazione di Luca Grassetti, docente della facoltà di Economia di Udine.
“Il tema trattato nel 2016 – spiega Cocchi – è stato ‘I giovani e la percezione dei fenomeni migratori’. Il campione intervistato è stato omogeneo per condizione sociale, per religione, non significative per oltre la metà degli intervistati, e per la percezione del fenomeno migratorio”.
Questi sono i dati emersi più interessanti. “Per il 26% la stampa non dà informazioni sufficienti sul fenomeno, meglio fa la tv per i 57%. Il 56% degli intervistati giudica che il numero degli immigrati in Italia siano troppi, per il 46% nella nostra regione non sono né troppi né pochi. Per il 47% dei giovano gli immigrati dovrebbero adeguarsi ai nostri usi e costumi, non viceversa. Il 56% non giudica né positivamente il fatto che gli immigrati si aggreghino in alcuni punti di ritrovo, me alla domanda ‘Avresti problemi se una famigli di immigrati diventasse tua vicine di casa?’ la risposta è stata assolutamente no soltanto per il 40% dei casi. Alla domanda ‘se consci personalmente un immigrato che vive in Italia’ il 78% ha risposto di sì, specificando, però, che nel 47% degli intervistati si tratta soltanto di conoscenza”.
Le considerazioni finali, che meritano di essere citate, è che per i giovani intervistati ‘l’immigrazione è un fenomeno regolare, entro certi limiti assolutamente positivo, ma che necessita di una regolazione’ e che gli studenti si considerano ‘totalmente aperti nei confronti degli immigrati purché rispettino come cittadini le nostre norme legislative’.
“Questo significa – spiega Cocchi – che anche per i ragazzi si potrebbe e dovrebbe fare di più, ma che non transigono sul rispetto delle nostra usanze e tradizioni, pur dimostrandosi assolutamente aperti e disponibili nei loro confronti”.
Il questionario: risposte senza ipocrisia
L’omogeneità di provenienza sociale del campione analizzato – si tratta di liceali provenienti, per la maggior parte da un ceto medio alto -, la presenza di una famiglia di appartenenza poco ideologizzata, di livello culturale alto, sono entrambi in possesso di diploma o laurea, ed aperta al confronto, portano i ragazzi ad avere una sostanziale, ma non drammatica consapevolezza dei problemi emergenti dal fenomeno dell’immigrazione. Una generale disponibilità di accoglienza è forse provocata da una contemporanea significativa distanza dal fenomeno in termini di realtà. Altrettanta consapevolezza si registra sui motivi che determinano la venuta degli immigrati in Italia, che sono economici per il 34% degli intervistati, politici per il 19%, e per la facilità d’ingresso per il 18%.
La raccolta delle sensazioni e delle opinioni che esprimono gli studenti intervistati consente di aprire un piccolo squarcio nel velo dell’ ipocrisia presente spesso nella nostra società: risposte vere a istanze vere, come è frequente ritrovare nel comportamento dei giovani.