I video ripresi dalle telecamere nascoste le inchiodano. Ma le due maestre accusate di maltrattamenti nei confronti dei bimbi che dovevano accudire respingono le accuse. Questa mattina si è svolto l’interrogatorio di garanzia per le due insegnati della scuola privata pordenonese, che offriva servizio di asilo nido e materna. La 46enne responsabile della cooperativa, a confronto con il giudice, ha ricostruito il clima e i rapporti con i bambini (d’età compresa tra pochi mesi e 6 anni) e le loro famiglie che, a suo dire, non si erano mai lamentate di nulla.
La linea difensiva delle due insegnanti (l’altra indagata è una 20enne al suo primo impiego) è chiara: le immagini diffuse dalle Forze dell’ordine condensano, in pochi minuti, episodi che si sono verificati nel corso del tempo e, quindi, offrono una rappresentazione distorta di quanto accadeva tra le pareti della struttura. Per i loro legali, dunque, non si dovrebbe parlare di maltrattamenti, quando piuttosto di singole reazioni a momenti di esasperazione. L’avvocato pordenonese Alberto Cassini, che difende la responsabile della cooperativa, parla di ‘gogna mediatica’ nei confronti delle maestre. “Il tempo è galantuomo: dobbiamo attendere che le emozioni suscitate da quelle immagini si stemperino e poi, speriamo, si potrà far emergere la verità”.
Nel frattempo, la struttura rimane sotto sequestro. E tutti i bimbi sono stati ricollocati in altre scuole della zona.