E’ arrivato a sentenza il processo per inquinamento ambientale a carico di 21 agricoltori friulani, accusati di aver utilizzato trattamenti insetticidi e antiparassitari dannosi che, nel 2016, avevano provocato una grave moria di api. Gli accusati hanno patteggiato a 7 mesi e 16 giorni di reclusione (pena sospesa), con multe pari a 3.800 euro a testa, per un totale di poco meno di 80 mila euro.
L’inchiesta, coordinata dal pm Viviana Del Tedesco, era partita dai dati registrati da marzo a giugno 2016, quando la produzione di miele nelle arnie poste a ridosso dei campi si era verificato un drastico calo della produzione di miele. La Procura di Udine, quindi, aveva ipotizzato l’uso di un trattamento fitosanitario, prima della semina a mais, non conforme alle norme di sicurezza.
Il giudice Emanuele Lazzaro ha disposto il dissequestro dei campi e la restituzione di attrezzi e sementi non contaminate dai principi attivi neonicotinoidi, mentre per quelle entrate in contatto con il prodotto è stata disposta la distruzione. Gli agricoltori hanno anche versato 31.500 euro a favore del Consorzio apicoltori, per favorire il ripopolamento delle arnie compromesse.
“Massima attenzione all’ambiente, che è un bene di tutti”, ha detto il Procuratore Antonio De Nicolo. “Non c’erano elementi per dire che gli agricoltori volessero la scomparsa delle api – ha spiegato – ma abbiamo valutato con attenzione l’ipotesi colposa. Siamo persuasi che si sia trattato di un’incuria, per l’uso di sostanze che andrebbero impiegate con tantissime precauzioni che, nei singoli casi, non sono state rispettate”. La Procura, inoltre, sottolinea come non si sia voluto creare un contrasto tra agricoltori e apicoltori: “Entrambi sono indispensabili e produttori di eccellenze”.