Giuliano Cattaruzzi, architetto 80enne, temeva che l’ex moglie, Donatella Briosi, 64 anni, avrebbe potuto ‘aggredire’ il suo patrimonio anche dopo la vendita delle proprietà in comune a Tarcento. Sarebbe questo, secondo la prima ricostruzione della Procura di Udine e della Polizia, il movente dell’omicidio-suicidio, che ieri ha scosso profondamente la città. Un delitto premeditato, che si è consumato proprio nell’ufficio del notaio Amodio-Andrioli, dove i due, separati da tempo, dovevano firmare gli atti.
“Non si è trattato di un femminicidio legato a questioni passionali, è un fatto dovuto a un movente puramente economico”, ha confermato il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio premeditato seguito da suicidio. Il caso, probabilmente, si chiuderà nel giro di poco tempo, dopo che sarà eseguita l’autopsia, presumibilmente lunedì prossimo. L’esame è stato affidato al medico legale Carlo Moreschi e sarà svolto nella forma giuridica garantita.
Nelle prossime ore, arriveranno in città anche i parenti di Cattaruzzi. L’architetto aveva avuto dalla prima moglie una figlia, che vive in Emilia Romagna. Si era poi sposato all’inizio degli anni ’90 con Donatella Briosi, con la quale non aveva avuto figli. Dopo il divorzio, le terze nozze con una donna di origini africane, con cui viveva a Tenerife e dalla quale ha avuto un bimbo di 10 anni.
La vittima, invece, si era stabilita in Friuli proprio all’epoca del matrimonio con Cattaruzzi. Originaria di Pescara, ha un fratello che oggi raggiungerà Udine e, da ieri, è sempre rimasto in contatto con gli inquirenti.