Nicola Garbino ha confessato. E’ lui l’uomo fermato per l’omicidio di Silvia Gobbato. Secondo le prime indiscrezioni, l’arrestato, che non ha precedenti penali, avrebbe già fatto le prime ammissioni. Fermato mentre era a bordo della sua bicicletta, l’uomo presentava un aspetto trasandato, con indumenti sporchi, forse di sangue, e segni di ferite alle mani e sulle braccia. Sempre secondo indiscrezioni, il fermato portava con sé un grosso coltello da cucina, ancora sporco di sangue. Consegnatosi agli inquirenti, sembra che abbia detto: “Avevo bisogno di soldi. Volevo rapirla per avere un riscatto”.
Mentre Garbino continua a essere ascoltato dagli investigatori, il capitano Fabio Pasquariello ha rilasciato un’unica, eloquente, dichiarazione: “E’ sconvolgente”.
Il fermo a metà mattina
L’uomo si è consegnato ai Carabinieri. Era in possesso di un coltello da cucina sporco di sangue. La sua posizione è attualmente al vaglio degli investigatori che lo stanno interrogando nella caserma dei carabinieri di viale Trieste a Udine.
Sempre secondo le prime informazioni trapelate, l’uomo ha 36 anni, vive con i genitori a Zugliano, in via Conceria, a un passo dall’ex Cogolo. Smentite, invece, le prime indiscrezioni trapelate dopo il fermo, che indicavano un suo affidamento al Centro di salute mentale. Sembra che il suo caso fosse noto, ma non era seguito dal Csm e non aveva mai subito trattamenti sanitari obbligatori. Anche il Servizio per le dipendenze di Udine declina ogni coinvolgimento. “Non ho idea di chi fosse, non l’ho mai sentito nominare”, spiega Francesco Piani, responsabile del Sert udinese. “Anche la tipologia del reato deve essere associata ad altri problemi, psichiatrici e non di droga o alcol. Al massimo un nostro paziente avrebbe rubato la borsetta alla donna, per comprarsi una dose. Di certo non avrebbe agito in modo così assurdo”.
Cane molecolare al lavoro
Ieri la Procura della Repubblica di Udine aveva chiesto al Soccorso Alpino del Friuli Venezia Giulia di partecipare alle ricerche di tracce utili alle indagini per risalire all’autore del delitto. Sul posto è giunto l’unico cane “molecolare” del Friuli Venezia Giulia, accompagnato da un’agente della Questura di Pordenone, che lo ha addestrato per anni, e che ha seguito le tracce lasciate dai podisti che per primi sono giunti sul luogo dell’omicidio, l’amico con cui Silvia Gobbato era uscita a fare jogging e colui che ne ha avvistato il cadavere. Dopo aver annusato gli indumenti dei due uomini, il cane ha “disegnato” il percorso effettuato lungo la strada sterrata, permettendo agli investigatori di avere riscontri rispetto alla ricostruzione.
Questa mattina gli uomini della Protezione civile del Fvg sono stati impegnati nelle ricercche dell’arma del delitto lungo l’ippovia dove è stato commesso l’omicidio. Ora la svolta nel giallo.
Autopsia sospesa
Oggi sarebbe stato il giorno dell’autopsia sul corpo della giovane. Il medico legale Carlo Mareschi, però, ha immediatamente sospeso le indagini una volta diffusa la notizia della confessione. Una decisione legata a ragioni procedurali, probabilmente per dare la possibilità di nominare un perito di parte.