A pochi passi dal cuore di Pordenone, stretta tra quella che è stata la biblioteca cittadina fino a qualche anno fa e il carcere, a ridosso delle bancarella del mercato di mercoledì e sabato c’è un’area che continua a rimanere nel più assoluto degrado. Piazzetta del donatore, cento metri quadrati di cemento e tre panchine che si snodano in un vicoletto di qualche decina di metri che porta alla sede dell’Avis. Il ‘salotto cattivo’ della città, meta di sbandati e tossici che si divertono a imbrattare i muri con scritte volgari e rompere quello che trovano. I condomini della palazzina Rialto sono esasperati: il problema è stato segnalato più volte al Comune e alla Polizia municipale. L’amministrazione provvede, di tanto in tanto, a ritinteggiare le pareti, ma in pochi giorni torna tutto come prima. Il personale delle Gea pulisce l’area, ma l’indomani la situazione è la stessa.
Un cittadino ha fatto l’ennesima segnalazione al Comune: “Con la permanente e inalterata presenza di ‘artisti’ presso la saletta dell’Aido, (oltre ai ripetuti schiamazzi notturni, alle bravate, ecc ma di questo sono già a conoscenza tutte le istituzioni) il degrado al patrimonio immobiliare del comune persiste. La presenza delle panchine richiama ovviamente la permanenza di pubblico. Va da sé che senza panchine anche la presenza diminuirebbe”. In città c’è un precedente, in viale Trento, dove le normali panche furono sostituite con altre a punta per impedire di sedersi.
Metadone e birre
Il presidente dell’Avis pordenonese, Gianni Ghirardo, allarga le braccia: “Pensare che abbiamo risistemato noi la zona anche grazie a uno sponsor privato, mettendo le panchine per i ragazzi che volevano sostare fuori dalla biblioteca o a servizio della Casa di riposo ‘Umberto I’. Oggi, però, quelle panchine sono l’approdo di sbandati: vanno a ritirare il metadone in ospedale e poi vengono a prenderlo qui, assieme a svariate birre. Levarle? Si siederebbero per terra. Al Comune avevamo chiesto una telecamera per la videosorveglianza, ma ancora non è stata messa”.
Inoltre, c’è un pericolo sicurezza: sono stati sfondati i portelloni dei contatori del gas e dell’energia elettrica presenti sul lato posteriore dell’ex biblioteca. La Madonnina, incastonata nel muro della sede Aido-Avis guarda dall’alto un simile scempio. Nemmeno lei pare avere parole per tutto questo.