Giorgio Fidenato ha vinto un’altra battaglia, nella sua campagna a favore delle coltivazioni Ogm. Oggi, infatti, la Corte di giustizia europea ha bacchettato l’Italia che, con un decreto interministeriale, quattro anni fa aveva vietato le colture geneticamente modificate su tutto il territorio nazionale, basandosi sul ‘principio di precauzione’.
In base alla sentenza europea, infatti, il nostro Paese non aveva concreti motivi di emergenza per imporre il divieto di coltivazione, perché non ci sono evidenze di rischi alla salute umana, animale o di possibili danni all’ambiente.
Le normative internazionali, sul tema Ogm, presentano aspetti controversi: da un lato, infatti, la Ue, nel 2015, attraverso una direttiva aveva autorizzato i Paesi membri a imporre lo stop alle colture con dna modificato. Un’opzione che ben 17 Stati avevano utilizzato. Ora, però, questa sentenza sembra rimettere in discussione quanto precedentemente autorizzato.
In attesa di ulteriori chiarimenti, Fidenato può festeggiare la sua vittoria. E scrivere un’ulteriore pagina nella sua lunga battaglia per la libertà di scelta. Gli ultimi eventi risalgono al 2015, quando aveva seminato mais Ogm nella sua azienda di Vivaro. Il campo era stato sequestrato e la coltivazione distrutta. A carico dell’agricoltore, poi, c’era anche stata una multa da 16mila euro comminata dalla Guardia Forestale che, poi, il Tribunale di Pordenone aveva annullato.