Dopo l’episodio di evasione dal carcere cittadino da parte di un detenuto che ha stuprato una ragazza durante la latitanza, prima di essere arrestato, il tema della sicurezza nel capoluogo del Friuli Occidentale è ancora più rovente. “In Questura a Pordenone mancano una sessantina di uomini e, a questo punto, l’organico non è più adeguato per coprire i servizi, che sono continuamente in aumento”. A lanciare l’allarme è ancora una volta il segretario generale regionale dell’Ugl Polizia, Raffaele Padrone dirigente sindacale della Questura pordenonese. “La carenza di agenti – dice – è ormai diventata cronica e la situazione rischia di compromettere in maniera decisiva la sicurezza sul territorio. Dal 2006 a oggi sono venuti meno 63 agenti, rimpiazzati solo con 8 nuovi arrivi, e comunque tutti di età superiore ai 40 anni. E nel 2015 ne andranno in pensione altri 5, che molto probabilmente non saranno rimpiazzati, visto che dei 1.200 agenti appena usciti dalle scuole di polizia nessuno è stato assegnato, né in regione ne tantomeno a Pordenone”.
Questo, ovviamente comporta un aggravio di lavoro soprattutto per gli addetti al controllo del territorio, ma anche per quelli degli uffici i quali, oltre ai loro servizi di istituto, sono quelli che devono accollarsi i servizi di ordine pubblico e le varie aggregazioni.“ Alla Sezione Volanti – incalza Padrone – la maggior parte degli agenti ha ancora un centinaio di giorni di ferie da smaltire, oltre ai quali ci sono i turni di riposo e le giornate di aggiornamento professionale, situazione che nel suo insieme costringe, quando è possibile, il personale degli uffici a correre loro in aiuto, tralasciando di conseguenza il proprio operato”.
Non va certo meglio nelle Squadre operative. “A causa la mancanza di personale e dei continui tagli economici dettati dalla spendig review, per il pagamento delle ore straordinarie questo comporta un naturale rallentamento dell’attività investigativa e delle indagini”. Oggi poi, oltre a queste problematiche a mandare in tilt il sistema ci sono i continui e delicati servizi legati all’ordine pubblico, sempre maggiori nel Friuli Occidentale.
“Tra partite di calcio del Pordenone in Lega Pro e i match caldi di Serie D, per i quali le tifoserie impongono un massiccia presenza di uomini delle forze dell’ordine, le varie manifestazioni, gli scioperi legati al mondo del lavoro, le iniziative di piazza o i grandi eventi in città, gestire tutti questi servizi con lo stesso numero di organico è complicato. Oltre a un dispendio di forze, c’è anche un salasso economico. Pagare tutti questi servizi costa caro alla comunità: trasferte, straordinari, carburante devono essere sostenuti con i soldi di tutti.
Senza contare l’identificazione dei profughi. “La gente sa che questi devono essere recuperati dagli agenti di Pordenone presso gli aeroporti di Venezia Treviso Bologna o Verona il che significa recarsi sul posto e scortarli fino in provincia, magari di notte? Quanto ci costano questi servizi? Inoltre, ancora oggi, ogni due mesi dobbiamo mandare un nostro agente presso i Centri di Identificazione del Sud per l’operazione ‘Mare Nostrum’ in aiuto dei colleghi del posto, eppure quando c’è stata l’Adunata nazionale degli Alpini non sono arrivati uomini supplementari a dar man forte alla nostra Questura, neppure dalle Questure della regione o limitrofe. Siamo una provincia dimenticata, con la scusa dell’isola felice. Cosa si aspetta, che anche qui si cominci a sparare, ammazzare e stuprare?”.
A leggere i dati, però, i reati sono in calo. Padrone scuote la testa. “Forse perché ormai, non tutti li segnalano. All’Ufficio denunce c’è la fila e servirebbero tre uomini, mentre ce n’è uno solo. Basta solo vedere il fenomeno dei furti di biciclette, tanto ai negozi specializzati, quanto ai privati. All’Ufficio passaporti o licenze è ‘vietato’ assentarsi, ma ciò capita perché se una di queste persone viene impiegata per l’ordine pubblico, ad esempio alla domenica, ha poi diritto a un giorno di riposo”. Situazione critica, dunque. E allora Padrone fa un appello ai commercianti della città, che spesso hanno invocato più sicurezza in centro a Pordenone. “Visto che il Ministero non ascolta noi, facciano loro una bella petizione per chiedere agenti. Bisogna ricordare che anche se per qualche ora le vie vengono chiuse o sono state interdette, solo la professionalità dei nostri uomini ha permesso in più di qualche occasione, di tenere tutto sotto controllo, senza che alcuna vetrina fosse rotta”. Padrone, insomma, ne ha per tutti. Come è nel suo stile.