Abusati, pestati, violati. In una parola: maltrattati. I minori vittime di reato in Italia hanno raggiunto nell’ultimo anno la cifra record di 5.356, il 60% dei quali femmine. La stima è possibile grazie ai dati omogenei raccolti da Terre des Hommes e Cismai (Coordinamento italiano contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia), con l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza nell’ambito della ‘Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia. Risultati e prospettive’ che ha coinvolto anche sette Comuni della nostra regione (Manzano, Moimacco, Premariacco e Reana in provincia di Udine, più Pordenone, Zoppola e Trieste). I dati di monitoraggio si basano sul numero dei minorenni che i servizi sociali hanno in carico e di quelli maltrattati con le loro caratteristiche, le forme di abuso, le tipologie di prestazioni che i bambini e gli adolescenti presi in carico hanno ricevuto. Questo sistema ha restituito dati con i quali oggi poter comparare la situazione italiana con quella degli altri Paesi.
Fotografia del Fvg
“Purtroppo non è possibile elaborare i dati per ogni singola regione, perché non è un semplice calcolo statistico ma si tratta di un’analisi che proietta i dati dei Comuni, rilevati al 31 dicembre 2013, su tutta la regione, tenendo conto del peso campionario di ogni singolo comune e della popolazione residente – spiega Valeria Ferrara, nello staff di ricerca di Terres des Hommes che ha realizzato l’indagine -. I dati del Fvg, quindi, confermano la situazione nazionale. La principale forma di violenza rilevata dai Comuni del Friuli Venezia Giulia è la violenza assistita, cioè la situazione nella quale un minorenne assiste, direttamente o indirettamente, ad atti di violenza compiuti su figure di riferimento affettivamente significative. Seguono il maltrattamento fisico e trascuratezza materiale e/o affettiva. Dall’analisi risulta evidente che la maggior parte dei minori presi in carico ha dai sei anni in su, il che indica una presa in carico tardiva da parte dei Servizi Sociali. Questi risultati, che mettono in evidenza come il Servizio sociale intervenga soprattutto quando i bambini sono già cresciuti, sembrerebbero confermare quanto noto da tempo in merito al nostro Paese, dove emerge uno scarso sviluppo di servizi per la prevenzione precoce del maltrattamento”.
Il primo oggetto di indagine è stato infatti il numero complessivo di minorenni in carico ai Servizi sociali. Mediamente 47,7 giovani su 1.000 sono seguiti, ma, al Nord sono più del doppio rispetto Sud: 63,1 su mille al Nord, 44,5 al Centro e 30,5 al Sud, in prevalenza residenti nelle città metropolitane.
Spettatori innocenti
Oltre la metà dei bambini maltrattati subisce una grave forma di trascuratezza, se si prendono in considerazione anche le patologie delle cure. Desta poi attenzione il fenomeno della violenza assistita che costituisce la seconda forma di violenza più diffusa tra quelle registrate: circa un bambino su 5 fra quelli abusati è testimone di violenza domestica intrafamiliare. Non a caso, in base alla più recente indagine Istat sulle donne maltrattate, considerando il totale delle violenze subìte da donne con figli, risulta in aumento la percentuale di bambini o ragazzi che hanno assistito a episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014). Nel 25% dei casi, inoltre, i figli sono stati anche coinvolti nella violenza (erano 15,9% nel 2006). Oltre alla sofferenza presente, la violenza assistita ha gravi conseguenze nel futuro.
Azioni poco tempestive
Il maltrattamento psicologico ha un’incidenza superiore rispetto a quello fisico (13,7% contro il 6,9%). La forma di abuso meno ricorrente è quella sessuale, che colpisce quattro bambini su 100 tra quelli in carico ai servizi.
“Più la forma di maltrattamento è grave (per esempio abuso sessuale) – prosegue Ferrara -, più facilmente il minore viene preso in carico direttamente per quel motivo, mentre, se la tipologia è più difficile da individuare (come la violenza assistita) è facile che emerga in un secondo momento e che il minore venga preso in carico per altri motivi. Dal punto di vista metodologico, i Comuni non hanno un sistema di rilevazione uniforme e questo rende difficile la raccolta dei dati: il comune di Pordenone, ad esempio, ha un approccio multi-diagnostico e non è in grado di riportare la forma prevalente. è anche in quest’ottica che è stata stilata un’indagine come la nostra: tanto più le informazioni raccolte sono precise e dettagliate, tanto meglio potranno aiutare il decisore politico, ma soprattutto i servizi competenti, a individuare strumenti e risorse, anche territoriali, per assicurare misure di protezione adeguate alle specifiche esigenze”.
Tra la popolazione straniera residente, inoltre, la prevalenza dei bambini maltrattati è doppia rispetto a quella degli italiani: 20 piccoli stranieri ogni mille, contro gli 8,3‰ dei nostri connazionali. Dall’indagine emerge quindi che i bambini stranieri sono esposti a rischio del maltrattamento più del doppio di quelli italiani.