Dopo 10 anni di vita, l’Ippovia del Cormôr finisce sotto check-up. Ha bisogno, infatti, di manutenzione, infopoint, segnaletica appropriata, coordinamento, ma anche un vero sviluppo di progetto turistico che includa anche le diramazioni che possono partire dall’Ippovia stessa, espropri oppure convenzione con gli agricoltori sui quali appezzamenti si è creata parte della tratta non preesistente. Una ricetta maturata dall’associazione Valle del Cormôr che ha organizzato un incontro a Fontanabona mettendo in contatto le amministrazioni dei sette comuni sul cui territorio si sviluppa l’arteria verde (Pagnacco, Treppo Grande, Buja, Tricesimo, Colloredo di Monte Albano, Cassacco e Tavgnacco), in più la città di Udine, assieme alle attività economiche e alle associazioni locali.
È emerso come non intervenire con la rimessa a punto dell’Ippovia sia una grande opportunità persa in termini di turismo slow e inclusivo, i cui trend sono in forte crescita, di economia del territorio e di micro imprenditorialità. Opportunità che deve essere ripresa, ma tocca darsi da fare ai diversi livelli. Il programma di interventi necessari è già stato stimato: serve un milione di euro che i partecipanti all’incontro hanno già annunciato di voler andare a chiedere in Regione.