Sono conosciute, tra chi le usa, come ‘yaba’. Si tratta di pastiglie di metanfetamine prodotte nel Sudest asiatico e disponibili sul mercato a prezzi bassissimi. Uno stupefacente che, nella Seconda Guerra Mondiale, era noto come ‘droga di Hitler’, perché veniva dato ai soldati tedeschi per renderli insensibili alla fatica.
La scorsa estate, la Polizia di Monfalcone aveva scoperto un vasto giro di yaba nella città dei cantieri, diffusa soprattutto tra i giovani bengalesi. Grazie a una perquisizione in un appartamento in centro a Monfalcone, gli agenti avevano sequestrato oltre 300 pastiglie di droga che, al dettaglio, avrebbero reso agli spacciatori diverse migliaia di euro.
Da lì è partita un’articolata indagine, che ha permesso di risalire alla principale fonte di approvvigionamento dello stupefacente. A ottobre 2017, infatti, è stato intercettato un bengalese che cercava di portare a Monfalcone un centinaio di pastiglie di yaba, acquistate a Mestre da un suo connazionale. Il punto di rifornimento per tutto il Nordest, però, si trovava a Roma, dove è stato scoperto il principale spacciatore, che si serviva di corrieri per far arrivare le pastiglie fino nella nostra regione, dove altri bengalesi si dedicavano alla ‘vendita al dettaglio’.
Molte delle persone coinvolte nel giro e residenti a Monfalcone sono impiegate nello stabilimento Fincantieri, il cui servizio di vigilanza ha fornito agli inquirenti una costante, precisa e preziosa collaborazione, permettendo l’individuazione di alcuni degli stranieri implicati nelle indagini.
La Procura di Gorizia ha indagato a vario titolo una decina di cittadini originari del Bangladesh, residenti a Monfalcone, Roma e Venezia; il Tribunale di Gorizia ha emesso tre misure restrittive, che si aggiungono a quelle già applicate agli arrestati in flagranza di reato.
Nel corso delle ultime perquisizioni, effettuate il 13 luglio tra Monfalcone, Venezia e Roma, sono state sequestrate oltre 400 pastiglie di yaba, circa 100 grammi di marijuana nonché numerose dosi di hashish.