Si è rapidamente diffusa nella tarda serata di mercoledì la notizia della morte dell’artista friulano Luciano Lunazzi, 65 anni. Da qualche giorno nessuno aveva sue notizie: il fratello è così passato a casa sua, in via Albona, e ha trovato il suo corpo, probabilmente stroncato da un infarto.
Nato nel 1952 a Ovaro, Lunazzi è stato a pieno diritto quello che si può definire un artista a tutto tondo: da adulto, a 40 anni, si avvicina al mondo della pittura, conquistando il pubblico con il suo stile personale. Ma negli anni diventa anche interprete – o meglio volto – delle notissime pillole di friulano ‘Tacons’, le lezioni che hanno conquistato il web. Lui, però, avrebbe certamente voluto essere ricordato come ‘mestri di vite’.
In tantissimi, sui social network, gli stanno già dedicando un ricordo personale: una foto, una frase, un aneddoto. Mandi, Luciano…. ammiracomandi!
Tanti i messaggi di amicizia pubblicati sul web, dove la notizia della morte di Lunazzi si è diffusa rapidamente ieri sera.
“Luciano Lunazzi era unico – scrivono i Cjastrons -. Per noi c’è sempre stato, ci ha sempre sostenuto. Le sue attenzioni erano un motivo di orgoglio. Ci mancherà. Grazie Luciano”.
“Se ne è andato un grande Artista, un grande Amico, una persona fuori dal contesto e, forse, proprio per questo unico. Magari, ha preso una delle sue corriere ed ha raggiunto il suo mondo ricco di fantasia e colori – scrive Mariateresa Pirillo -“.
“Artista è la parola che meglio ti definisce – le parole di Diego Navarria, sindaco di Carlino -. Ma anche un friulano vero. E ci mancherà sia l’artista sia il friulano”.
“Alla fine ti sei rimesso in viaggio – il commento di Luca Dorotea (DoroJat) -, questa volta verso un posto nuovo. Mandi barbe Luciano, I’ll see you at the crossroads”.
“Non incontreremo più Luciano Lunazzi passeggiando per il centro – scrive l’assessore di Udine Cinzia Del Torre -. Il Friuli perde un pezzo, il friulano molto di piu”.
“Era spesso al Caffè dei Libri – si legge sul profilo Fb -, circondato da quell’alone di sincera umiltà. Luciano sapeva cos’era la solitudine e forse gli faceva paura: cercava un contatto umano, gli piaceva ogni tanto aprire lo scrigno delle sue esperienze e raccontarle, stupire. Aveva bisogno di stare in mezzo alla gente, era il suo modo di stare in famiglia. Non so se sia morto un grande artista o un gran cialtrone, proprio non ci tengo a dargli un’etichetta. Però un giorno, succederà, i miei figli guarderanno i suoi quadri appesi in casa e mi chiederanno chi li ha dipinti. E allora io, senza indugi e con amore, risponderò: una persona gentile”.
“Era un piacere incontrarti, abbracciarti, chiacchierare con te – scrive Ornella Luppi -. ciao Luciano dai colore all’aldilà”.
“E’ mancato un amico e un grande artista – scrive Gigi Nardini -“.
“Quanta tristezza – scrive Mathias Aleph – Un Buono se n’è andato. Porterò il ricordo della creatività condivisa con lui. Rimpiango il tempo. Abbiamo tutti perso qualcosa”.
Sydney Kebosh scrive: “Senza te questa città non avrà più gli stessi colori… Ciao artista!! See you when I get there.”.
E infine, dulcis in fundo, il commento di Felici ma furlans, il sodalizio friulano nato per prendere amorevolemnte in giro i friulani e che, dopo il successo iniziali, lungo il cammino ha accolto nella sua famiglia Lunazzi, dispensatore di pillole in marilenghe:
“Cognossiti: une figade.
Fevelâ cun te e jere une esperience mistiche.
Cjalâ fûr dal barcon, le gnot, e savê che tu eris a tôr, di cualchi bande, cui toi cuadris e un sigaret che al clope de bocje, e jere le miôr medisine cuintri la realtât, il conformism e la solit-Udin.
Cumô tu sôs libar.
Le tôs molecoles a si organizaran in gnoves fomes.
I toi atoms a laràn atôr pal spazi lant daûr aes corints cosmiches.
Tu balarâs cun Shiva e Visnù. Tu bevarâs cun Dioniso.
Tu continuarâs a vivi in une realtât alternative, dulâ che tu viagis parsore di un bus plen de int plui strane. E no tu zudicarâs mai nissun.
Tu cjaminarâs cun i toi cuadris sot braç fin a rivâ denant di Diu e cence gjavati la barete tu i disarâs:
“Hey man, cemût le bighe?”
E Lui al ti cjalarâ come un jessî, dolç e unic”.