Tra il novembre del 2005 e l’aprile del 2006 ha messo a segno una truffa per circa 82 milioni di rubli, pari a un milione e settecentomila euro, con l’aiuto di altri complici, reato che per la legge italiana, in base ai calcoli del Pg, è prescritto. La donna, E.T. di 38 anni, nata a Mosca ma residente a Praga, nell’agosto scorso è stata arrestata a Lignano, mentre era in vacanza con la famiglia, dall’Interpool.
Deve essere annullato senza rinvio, per intervenuta prescrizione del reato di truffa, il via libero all’estradizione in Russia dato dalla Corte di Appello di Trieste, lo scorso 11 novembre, nei confronti della donna. E’ il parere espresso dal sostituto procuratore della Cassazione Vito D’Ambrosio innanzi ai giudici della Sesta sezione penale che devono decidere se accogliere o meno il ricorso contro il rientro forzato in Russia. Ad avviso del suo legale, Pasquale Pantano, la donna ” potrebbe venir sottoposta ad atti persecutori e trattamenti disumani”.
Il verdetto dei supremi giudici, presieduti da Vincenzo Rotundo, è atteso tra stasera e domani. Il Pg D’Ambrosio è uno degli uomini più autorevoli della Procura.
Per ora, la donna ha ottenuto un permesso di soggiorno temporaneo in attesa della decisione sulla domanda di asilo presentata alla Questura di Milano sulla quale, in prima battuta, dovrà esprimersi la Corte di Dublino.
Gli atti dell’istanza di protezione sono stati trasmessi ai giudici di Dublino che decideranno se la competenza sull’asilo è dell’Italia o della Repubblica Ceca (dove la donna è residente).