Ieri, al termine di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Udine, i Carabinieri di Tolmezzo e i militari della Compagnia della Guardia di Finanza hanno fermato una dipendente della filiale della banca Ubi di Tolmezzo e suo marito, accusati dei reati di truffa e riciclaggio.
Le indagini, realizzate in perfetta sinergia tra le due forze di polizia, erano partite da alcune denunce presentate da correntisti dell’istituto di credito e hanno consentito di definire sostanziose distrazioni patrimoniali a danno dei risparmiatori coinvolti. Il primo a segnalare l’attività della donna alla Stazione dei Carabinieri di Tolmezzo era stato un anziano cliente che, lo scorso gennaio, aveva denunciato un ammanco pari a 150mila euro dal proprio conto corrente presso la banca.
Per la gestione del proprio patrimonio, l’uomo si era rivolto esclusivamente all’impiegata indagata, con la quale aveva instaurato un rapporto di fiducia. Condizione nella quale si sono trovate anche le altre persone cadute nella trappola. Si tratta in prevalenza di anziani o di persone che, dopo aver lavorato all’estero, erano rientrate in Italia con i risparmi di una vita.
Carpendo la fiducia dei vari correntisti, la dipendente dell’istituto aveva prospettato alla clientela la possibilità di effettuare proficui investimenti finanziari in titoli o azioni; si faceva consegnare denaro contante in più tranche e operava materialmente sui conti correnti dei truffati, a loro completa insaputa. Le somme di denaro, anziché essere impiegate nei prospettati investimenti, venivano intascate o dirottate su altri conti correnti paralleli. Al fine di raggirare e convincere le persone truffate, l’indagata consegnava ai risparmiatori rendiconti fittizi, che simulavano irreali patrimoni e profitti.
Dopo la denuncia, i militari hanno contattato le altre potenziali vittime e poi raccolto le relative denunce, poi trasmesse all’autorità giudiziaria che, vista la complessità e la mole potenziale del reato, ha coinvolto nelle indagini anche la Compagnia della Guardia di Finanza. Arma e Fiamme gialle hanno così eseguito una perquisizione domiciliare a carico dell’indagata, sequestrando documentazione probatoria cartacea ed elettronica, tra cui un’agenda, considerata poi dagli investigatori il ‘libro mastro’ che conteneva dettagli importantissimi per ricostruire le condotte criminose. Si stima che gli ammanchi totali possano aver raggiunto la cifra di più di due milioni di euro.
Nei confronti della coppia è scattato un provvedimento di sequestro di beni immobili e mobili per un valore di 250 mila euro tra i quali 7 mila euro in contanti; 18 borse di vari modelli e marche (The Bridge, Luis Vuitton, Prada, Fendi, Chanel…) del valore complessivo di circa 6 mila euro; un’abitazione del valore di 160 mila euro; un’autovettura del valore di 20 mila euro; ulteriore documentazione utile al proseguo delle indagini.