Monfalcone si dota di una banca dati digitale per raccogliere le informazioni relative ai contributi, agli alloggi Ater e alle richieste di misure di sostegno al reddito. Una misura antifrode che l’amministrazione ha deciso di condividere con la locale compagnia della Guarda di Finanza. “E’ un comune complesso il nostro e quindi abbiamo scelto la strada dell’integrazione dei dati, anagrafici, residenza, tributari, stato civile, contribuzioni, le più diverse, che siano quelle economiche che del possesso degli alloggi Ater” spiega il primo cittadino, Anna Maria Cisint. “E’ una banca dato molto importante che funge da base per tutti i controlli a trappeto che devono essere effettuati per garanzia di chi non riesce a ricevere contributi o è in fondo alla graduatoria. Assieme alla Guardia di Finanza abbiamo fatto partire questo che è un progetto, avviato la scorsa settimana, che vede l’esigenza di controllare il rispetto sia per le autocertificazioni che anche il rispetto delle condizioni che garantiscono i benefici economici o degli accessi agli alloggi. Su 615 misure di sostegno al reddito del comune di Monfalcone nel 2017 il 75% è stato utilizzato dagli stranieri” conclude Cisint, che promette, quindi, “non verifiche a campione ma a tappeto”.
Un problema dettato non solo dai continui arrivi e partenze di cittadini, dovuti al flusso di lavoro nel vicino cantiere navale, ma da tutto ciò che ne deriva, dai numerosi casi di omonimia fino al sovraffollamento degli appartamenti: in un semestre ben oltre duecento sono gli alloggi controllati, e, a quanto riferito dal comandante Rudi Bagatto, le stranezze e le particolarità, spesso illegali, sono segnalate dai ‘cittadini sentinella’ che, con frequenza grazie a Facebook, si prodigano a segnalare a sindaco e comandante quanto accade nei locali attigui e a far scattare, dunque, la denuncia.