Il Friuli vero, autentico del Secondo dopoguerra, quello contadino (che sarebbe scomparso poco più tardi), quello della difficile ricostruzione e dell’emigrazione. Restituiscono questa immagine nei loro reportage “I magnifici sette di Spilimbergo” ovvero “il Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia” firmatario il 1 dicembre 1955, nel centro della Destra Tagliamento dove tutto ebbe inizio, del celebre “Manifesto”, sottoscritto alla luce dei lavori già realizzati e dei prestigiosi risultati raggiunti. “Agire attraverso una fotografia che sia documentazione poetica dell’umanità che gli vive attorno” l’intento di Aldo Beltrame, Carlo Bevilacqua, Gianni e Giuliano Borghesan, Toni Del Tin, Fulvio Roiter e Italo Zannier, autori di scatti che rimangono come affidabili rappresentazioni del Friuli dell’epoca, alcune delle quali approdate su prestigiose copertine internazionali e pagine come il “The New York Times” (maggio 1957). Ma, come spesso accade, anche per loro valse l’adagio “nemo propheta in patria” tant’è che la “nuova fotografia” venne compresa e valorizzata con molto ritardo dalla nostra società, circa una ventina di anni dopo, malgrado l’eco registrata a livello internazionale. Questo gruppo di professionisti ha lasciato un indimenticabile ritratto del Friuli, una pagina importante nella storia fotografica italiana ed europea. E’ per queste motivazioni e per dare l’adeguato risalto ai protagonisti del neorealismo friulano in ambito fotografico, che la Provincia di Udine ha organizzato la mostra “Friuli/Friûl 1955” in onore del Gruppo di Spilimbergo curata dal professor Gianfranco Ellero che firma allestimento e catalogo. L’iniziativa è inserita nel programma degli eventi predisposti da Palazzo Belgrado per celebrare il 3 di aprile, la Festa del Friuli che si avvalgono del contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e dell’ARLeF. L’esposizione sarà inaugurata venerdì 23 marzo alle 18 nella chiesa di Sant’Antonio a Udine e sarà “un’imperdibile occasione di conoscenza storica e di godimento artistico: per i giovani di quel tempo sarà un toccante “amarcord”, per i giovani d’oggi una visiva scoperta delle radici” evidenzia il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini. “Di album dall’eccezionale valore estetico” parla invece Giuseppe Bergamini, direttore del Museo diocesano nel suo intervento all’interno della pubblicazione che accompagna l’antologia dove sono riunite una cinquantina d’immagini insieme a riviste, quotidiani, documentazione d’archivio. Federico Vicario della Società Filologica Friulana ricorda invece il riconoscimento attribuito dal sodalizio a Italo Zannier “che cu la lûs al à scrit òa storie dal popul furlan”. “I magnifici sette di Spilimbergo” così battezzati dal proessor Ellero andarono alla ricerca del “vero” Friuli: rinunciarono al consenso del pubblico ma non alla bellezza dell’immagine-verità, dell’immagine-necessità: si tennero lontani tanto dalle lezioni estetizzanti quanto alle riprese volutamente forzate per fini propagandistici e andarono a visitare il Friuli con l’entusiasmo degli esploratori che giungono finalmente alla scoperta di una nuova terra”. E così prendono corpo, attraverso l’obiettivo delle Rolleiflex, la serie de “i Luncs” e il riposo degli operai di Gianni Borghesan, “La fioraia della torre occidentale” di Giuliano Borghesan, le Lagune di Bevilacqua e la straordinaria indagine sull’architettura tradizionale di Italo Zannier, l’antenna culturale che negli anni Cinquanta fu capace di catturare e tradurre in pratica i messaggi che arrivavano dai film neorealisti italiani facendo convergere attorno a quel filone il “Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia”.
L’esposizione sarà visitabile nelle seguenti giornate: 24, 25, 29, 30 e 31 marzo, 2, 3 e 4 aprile dalle 15 alle 18.
Per la celebrazione della Festa della Patria del Friuli, la Provincia di Udine in collaborazione con la Società Filologica Friulana organizza per martedì 27 marzo alle 17.30 nel Salone del Consiglio provinciale, la presentazione della nuova edizione del dvd “Cence sunsûr e je lade une civiltât” del regista Remigio Romano. Si tratta di una produzione che documenta i cambiamenti del mondo rurale friulano narrati attraverso le voci di Padre David Maria Turoldo, Carlo Sgorlon, Novella Cantarutti, Elio Bartolini e Gian Paolo Gri. Nei loro interventi queste personalità esprimono pareri e cercano di proporre una chiave di lettura sulla vita contadina trattata nei suoi aspetti antropologici, etnografici, sociali, religiosi e delle tradizioni che in pochi anni è progressivamente scomparsa. Il materiale sarà distribuito alle biblioteche grazie al sostegno della Regione Fvg e dell’ARLeF.
Martedì 3 aprile, sempre alle 17.30 nel salone del Consiglio provinciale si terrà la presentazione del volume “I patriarcjis di Aquilee e il Stât dal Friûl Patriarcjâl” di mons. Gian Carlo Menis.
Nel programma degli eventi è inclusa anche una iniziativa per i giovani. Gli studenti del Malignani (giovedì 5 aprile) e del Marinelli (venerdì 6 aprile), assisteranno alla proiezione del docu-film “Missus”, del regista friulano Massimo Garlatti-Costa che racconta la battaglia, quarantennale, dei preti di Glesie Furlane per poter celebrare la messa in marilenghe. Un lavoro magistrale che testimonia la lotta ispirata da don Francesco Placerani per rivendicare un diritto del nostro popolo. Un diritto ancora negato.
‘Friuli/Friûl 1955’ in mostra per il 3 aprile, Festa del Friuli
Tra le iniziative la presentazione del dvd 'Cence sunsûr' di Remigio Romano, il libro di Mons. Gian Carlo Menis sui patriarchi di Aquileia e la proiezione di Missus
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