Si è spento il poeta, sacerdote, intellettuale e profondo conoscitore della storia del Friuli, don Domenico Zannier (nella foto con il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini nel 2015). A darne notizia, questa mattina, Glesie Furlane. Nato a Pontebba il 31 agosto del 1930, Zannier è stato un rappresentante di spicco della cultura friulana, come dimostrano i tanti riconoscimenti ottenuti in vita per la sua attività letteraria, compresa la candidatura a Premio Nobel per la letteratura nel 1986 e nel 1987 da parte dell’Istituto di filologia romanza dell’Università di Salisburgo e da quello di letteratura comparata dell’Università di Innsbruck..
Poesia popolare per il mantenimento delle tradizioni
“Riconosciuto o non riconosciuto – aveva detto in occasione della presentazione di ‘Cjavêi di lûs’, nel 2015 a Udine -, penso di aver avuto con i miei scritti e con l’arte poetica un ruolo incisivo e non marginale nella cultura locale e globale, nella lingua ladina friulana, nel mondo di una poesia di universalmente intesa umanità”.
La lingua non è religione, è comunicazione
“La mia poesia popolareggiante mira al mantenimento della tradizione e della vitale continuità linguistica – diceva -, serve spesso per la composizione musicale, sacra e profana, ed esprime una identità etnica”. “La mia è una storia lunga e complicata – diceva parlando di sé -. Amo il Friuli, la sua storia, la sua terra. La lingua non è religione, è comunicazione, è l’anima del mio popolo, è la testimonianza di una cultura millenaria e va coltivata, parlandola, scrivendola, cantandola: finché nel prato c’è erba cresce ogni pianta”.
Contro l’abolizione delle Province
Zannier è stato anche un lucido commentatore della politica friulana non risparmiando critiche alla riforma che prevedeva il supermaneto delle Province.
“Il Friuli va salvato, la lacerazione prodotta con l’introduzione delle Uti porterà alla sua rovina – aveva dichiarato -. La Provincia va difesa, perché è l’unica che rimane dopo defezioni e tradimenti per far sventolare l’aquila che da secoli ha segnato la nostra identità. Conserviamo tutti i contributi anche quelli minimi della nostra cultura, tutto serve per la nostra salvezza”.
Sacerdote e direttore de La vita cattolica
Ordinato sacerdote nel 1956, l’esordio letterario è legato alla “Patrie dal Friûl”. Nel 1952 ha fondato la Scuele libare furlane, istituzione che ha diffuso l’insegnamento della lingua e della cultura friulana e pubblicato il periodico “Scune furlane”. Nel ’67, con M. Argante e G. Zof, ha curato la pubblicazione dell’antologia-manifesto La cjarande. Ha ideato e organizzato il Festival della canzone friulana moderna (1959), la Sagra della villotta (1963) e la Sagra del canto cristiano friulano (1963). Dal 1975 al ‘1976 ha diretto “La vita cattolica”.
La sua opera letteraria comprende una quadrilogia epico-narrativa di quasi trentamila versi, una silloge in spagnolo pubblicata a Udine nel 1995 e poi tradotta e pubblicata in rumeno a Clusium.