Il secondo appuntamento di ‘Una sera d’estate incontrando gli autori’, organizzato dall’amministrazione comunale di Roveredo in Piano e curato da pordenonelegge, è stato accolto con il suono della campana e un incredibile riscontro di pubblico. A riempire la piazza, Antonio Caprarica che ha presento ‘L’ultima estate di Diana’. La serata è stata guidata da Valentina Gasparet.
Caprarica conquista subito il pubblico friulano dicendo: “Vengo spesso a pordenonelegge, una delle manifestazioni di lettura più belle di tutta Italia e io, anche se nessuno me lo ha riconosciuto, mi sento un cittadino del Friuli Venezia Giulia… forse adesso che l’ho detto il governo regionale mi darà la cittadinanza”. Il pubblico ovviamente applaude. La serata, quindi, inizia volgendo l’attenzione su una donna dal grande carisma e che Caprarica più volte definisce una donna speciale anche se dichiara da subito “nella lunga battaglia (nelle fasi del divorzio) che vedeva schierati carlisiti da una parte e dianisti dall’altra, io ero carlista. Era un adultero sì, ma io un uomo che rimane fedele tutta la vita alla donna che ha sposato lo trovo quasi esemplare… Inoltre Diana era una donna molto complessa, molto manipolativa nei confronti dei media, apparentemente bizzarra e molto capricciosa, tutte cose che non me la rendevano allora troppo simpatica”.
Il noto corrispondente della Rai trasferitosi a Londra nel 1997 ha infatti avuto modo di incrociare la vita di Diana e soprattutto di vedere in prima persona e di registrare tutti i cambiamenti che la morte della principessa ha in qualche modo attivato nel mondo inglese e non solo. Ma solo dopo vent’anni, riflettendo sulla vita di Diana, Caprarica ha capito “di avere un debito di onore con lei”, perché non le aveva riconosciuto ciò che di positivo c’era nella sua vita.
La storia di Diana è emblematica come poche, molto interessante e delicata da narrare sia per il personaggio sia per gli spunti di riflessione che se ne possono trarre in molti ambiti, a partire da quello giornalistico – ricordiamo il comportamento dei reporter che inseguirono la principessa e Dodi come fossero prede di una caccia, e fermarsi poi sotto il tunnel de l’Alma a fotografare i cadaveri-. Nell’ambito della famiglia, Caprarica ha ricordato che la forza della principessa del Galles era che, da divorziata, ha rivendicato il diritto di educare i suoi figli a modo suo, prendendo le distanze da quella che lei chiamava “la gabbia dorata” cioè l’etichetta rigida e formale prevista per i reali e la nobiltà in genere. In questa direzione, ricorda l’intervista fatta al figlio della principessa, Henry, il quale alla domanda cosa ricordasse di più della madre, ha risposto “quel giorno che siamo andati a Disneyworld e per dodici volte abbiamo fatto insieme la montagna delle stelle”. Insomma una donna che rivendicava la normalità, contro gli schemi e i protocolli reali. Ma molte altre sono le riflessioni fatte sul personaggio, e gli aneddoti che la riguardano “un personaggio che ha cambiato la storia e ci interroga sulla nostra modernità e ci fa riflettere su quali siano le cose che valgono di più e quelle che valgono meno”.
Alla fine dell’incontro nel cielo di Roveredo, esplodono i fuochi d’artificio e Caprarica lancia sorridendo una provocazione: “Io vorrei sapere se Mauro Corona sarà accolto dalle campane e congedato dai fuochi d’artificio come è successo a me”. Glielo sapremmo dire martedì prossimo.