Un esposizione che indaga il tema dell’identità nazionale e del rapporto con la tradizione della cultura coreana, che da decenni vive imprigionata in un dualismo politico che contrappone i regimi più chiusi alle politiche più aperte e dinamiche verso l’estero. E’ questo il senso di Paradoxa, mostra dedicata all’arte contemporanea della Corea del Sud, che sarà ospitata dal 21 luglio al 14 ottobre a Casa Cavazzini. Si tratta si una trilogia espositiva, prodotta dal Comune di Udine, in collaborazione con Erpac, Far East Film Festival e con il patrocinio dell’Università friulana.
A esporre saranno tre artisti coreani: Yee Sookyung, Park Chang-kyong e Kyung-ah Ham, molto affermati in patria e già apprezzati anche a livello internazionale (Yee ha appena partecipato alla scorsa Biennale di Venezia). I tre sono nati tutti negli Anni ’60, sono attivi sulla scena culturale coreana dai primi anni Novanta e sono accomunati dalla forte intensità con cui cercano un dialogo con la cultura tradizionale coreana e ingaggiano al contempo un confronto con la storia recente e con la cronaca del Paese estremo orientale ancora oggi diviso. Gli artisti proporranno opere di scultura, arte tessile, pittura e video arte, lavori densi di riferimenti alla cultura coreana tradizionale, ma anche alla delicata attualità che ha visto la penisola coreana al centro di tensioni politiche mondiali, con una fase di distensione appena avviata dall’incontro di Singapore.
Nella produzione di Yee Sookyung, centrale è la rielaborazione di tecniche e motivi iconografici delle antiche credenze religiose coreane e la loro traduzione in forme nuove e contemporanee. La ricerca artistica di Park Chan-kyong – fotografo, regista e artista visivo – si fonda intorno al tema della memoria storica rispetto al rapido processo di modernizzazione del suo paese, esposto a forti contaminazioni e ingerenze occidentali. Infine, Kyungah Ham sperimenta i più disparati media, affidandosi spesso all’interazione con altre maestranze artigianali. Nel suo corpus creativo è forte il riferimento alle tematiche socio-politiche e alla questione della libertà d’espressione.
Paradoxa è un progetto triennale, organizzato dai Civici Musei e curato da Denis Viva (docente di storia dell’arte contemporanea e pratiche museali alle Università di Udine e Trento), teso a investigare le forme attuali dell’arte contemporanea dell’estremo oriente, rintracciandovi i temi del paradosso e della contraddizione, in una globalizzazione crescente che ha reso sempre più protagonista quell’area asiatica. In passato, il visitatore è stato condotto alla scoperta degli artisti nipponici (2016) e dei creativi cinesi (2017).
“Questa edizione – ricorda Viva – si contraddistinguerà per la sua sensibilità ai fatti politici. Mai in Italia si è sentito parlare così tanto di Corea e mai è stato così necessario volgere lo sguardo all’arte di quel Paese: l’unica che, al di là dei toni sensazionalistici e dell’altalenarsi diplomatico, ci offre una riflessione sedimentata, profonda, capace di restituirci l’esperienza di vivere in un paese diviso”.
“Il dialogo tra Oriente e Occidente – conclude l’assessore alla cultura di Udine, Fabrizio Cigolot – è divenuto sempre più frequente e intenso anche in campo artistico e sempre più artisti del Far East, con le loro opere, oggi influenzano direttamente la nostra realtà. La rassegna presenta uno spaccato di generi e linguaggi della scena contemporanea coreana, opere di grande impegno anche civile, che invitano alla riflessione e al dialogo”.
La Corea del Sud si mette in mostra a Casa Cavazzini
Paradoxa: le contraddizioni della cultura coreana raccontate in un’esposizione da tre artisti affermati in patria e all’estero
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