Imperi, rivoluzioni, eroi, Patrie, guerre, profeti, banditi, schiavi e l‘Italia sono solo alcuni dei temi delle passate 13 edizioni di ‘èStoria’, che per il 2018 ha scelto un argomento cruciale della quotidianità: le migrazioni. Dramma e speranza per milioni di persone, è un tema che domina la conversazione pubblica, anima la polemica sui social e influenza la discussione politica. Eppure, non è una novità del 21° secolo, ma ha interessato l’intero percorso dell’umanità sulla Terra.
Il Festival internazionale della storia, in programma a Gorizia da lunedì 14 a domenica 20 in vari luoghi della città, prosegue tra rigore nella ricerca sul passato e spirito divulgativo della storia nel presente, ospitando protagonisti del panorama culturale italiano e internazionale, coinvolti in decine di appuntamenti fra incontri, conferenze, tavole rotonde, presentazioni di libri, reading, mostre, proiezioni e iniziative per le scuole e per i ragazzi.
“Le migrazioni non sono certo un fenomeno di oggi o un’emergenza passeggera – spiega Adriano Ossola, ideatore e curatore del festival – I movimenti dei popoli, e quindi di culture e costumi, hanno radici storiche profonde e lontane, riguardano l’evoluzione stessa e le naturali tendenze dei popoli umani. Ripercorrere i passi, il significato e l’eredità dei flussi migratori è una via essenziale per la comprensione del nostro presente e dell’attuale contesto geopolitico. ma significa anche tornare a pensare la nostra stessa identità, ciò che consideriamo cultura, diritto, cittadinanza, dialogo interculturale e religioso”.
Diversi i punti di vista proposti: l’occhio del demografo (Massimo Livi Bacci), del medievalista (Alessandro Barbero), del sociologo (Stefano Allievi), il parere di importanti accademici internazionali (Peter Heather, Elena Isayev, Philip Mansel, Jerry Toner, Catherine Wihtol De Wenden), il confronto con la religione (mons. Gian Carlo Perego) e la scienza (il genetista Guido Barbujani), la riflettesione su teorie provocatorie (le ‘armi di migrazione di massa’ di Kelly Greenhill), visioni radicali (lo scrittore algerino Boualem Sansal), prospettive ribaltate (la migrazione dei ‘cervelli in fuga’ secondo il matematico Piergiorgio Odifreddi…).
Tre filoni e sei sezioni per raccontare il presente anche attraverso il passato
Il tema di quest’anno è esplorato anche attraverso le lenti dell’attualità (Sergio Romano e Antonio Carioti, impegnati a delineare un atlante delle crisi globali) e persino delle tradizioni gastronomiche (con l’antropologo Marino Niola). Obiettivi puntati sul ruolo della scuola e dell’educazione, come pure sulla memoria (Mario Capanna, Angelo D’Orsi e Marcello Veneziani per i cinquant’anni dal ’68) e sulle figure storiche (Matteo Strukul e la dinastia dei Medici…).
Come da tradizione, il programma intreccia storia, letteratura, cinema, musica, arte, antropologia, psicologia, filosofia, economia e altre materie, articolate in tre filoni: La lunga durata, Interpretare il presente, Narrazioni, cui si aggiungono sei sezioni: La Storia in testa, Trincee, Giovani, èStoria Fvg, èStoria Cinema, La Storia in tavola. Non mancherà l’assegnazione del Premio èStoria, alla seconda edizione, sabato 19 ad Alessandro Barbero, autore di numerosi saggi e romanzi storici e collaboratore di Rai Storia. Completano il ricchissimo programma le esposizioni già in corso a Gorizia, o che saranno inaugurate per l’occasione, tutte con l’obiettivo di rendere la storia tangibile, permettendo di intraprendere un vero e proprio viaggio nel tempo.