La ricerca da parte di Aquileia delle sue radici, l’approfondimento del suo ruolo di città ‘di confine’, crocevia di strade militari e commerciali, porta ad Oriente e crogiolo di culture e religioni, arrivano stavolta alle estreme propaggini orientali della Serbia odierno, lungo quel Danubio che segnava il confine dell’Impero, anche fisicamente, con lo scenario delle Porte di ferro.
Terra di eventi cruciali – la campagna di Traiano, l’ascesa al potere di Diocleziano e Costantino – di fortificazioni e imperatori, di grandi residenze e quartieri urbani, di commercio ma anche luogo di convivenza culturali e religiose, l’Illirico è raccontato nella nuova mostra organizzata dalla Fondazione Aquileia. ‘Tesori e imperatori. Lo splendore della Serbia romana’,nella sede di Palazzo Meizlik, sarà aperta fino al 3 giugno.
I 62 reperti riuniti dai Musei di Belgrado, Zajecar, Niš Požarevac, Novi Sad, Sremska Mitrovica e Negotin, oltre a un calco ottocentesco della Colonna Traiana prestato dal Museo della Civiltà romana, rappresentano un ricco patrimonio artistico del periodo della dominazione romana nei Balcani. E soprattutto, raccontano 600 anni di storia, trasportando il visitatore in un lungo viaggio nella storia dell’Impero, dalla sua espansione a Oriente al crepuscolo e all’invasione dei barbari: gli stessi che metteranno a ferro e fuoco anche Aquileia.
Una mostra che ribadisce da dove vengono le radici della civiltà europea
Tra i pezzi forti della visita: gli elmi da parata che restituiscono il cerimoniale dell’esercito romano, in particolare quello ritrovato a Berkasovo, le maschere in bronzo rinvenute lungo la frontiera del limes romano. E poi, un tesoro di gioielli d’argento, una testa di Venere portata a Sirmium da Costantino il Grande, il cosiddetto cameo di Belgrado, la testa in porfido rosso dell’imperatore Galerio e un’intera sezione dedicata a dei e divinità. Protagonista assoluto: il Danubio, via d’acqua che non era solo linea di frontiera, ma confine permeabile a scambi e influenze dai territori ‘al di là’, cui è dedicata l’ultima sala, che ne rievoca gli scenari con un’installazione multimediale.
Tutti i reperti, dal 1° al 6° secolo d.C., provengono da un territorio in cui nacquero 17-18 imperatori e grandiose ville imperiali, come Felix Romuliana, oggi Gamzigra. “La testimonianza di come la pietra angolare della civiltà europea contemporanea – osserva Bojana Boric-Breškovic, direttore del Museo nazionale di Belgrado – sia stata collocata 2000 anni fa e sia tuttora riconoscibile attraverso l’eredità dell’età romana”. Un punto di vista ribadito dal sindaco di Aquileia, Gabriele Spanghero, secondo cui “il valore di questa mostra travalica l’aspetto culturale degli oggetti e fornisce uno stimolo alla riflessione sugli inopportuni e anacronistici nazionalismi dei tempi recenti e sulle inutili barriere culturali che si vorrebbero erigere”.
Sul bel Danubio blu, ai confini dell’impero
Tra i pezzi forti della visita: gli elmi da parata che restituiscono il cerimoniale dell’esercito romano, le maschere in bronzo rinvenute lungo la frontiera del limes romano
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