L’impegno è lo stesso, da 33 anni a questa parte. La passione, pure, visto che i tre del Teatro Incerto hanno continuato per più di tre decadi a fare cultura in Friuli, nonostante le difficoltà. Claudio Moretti, Fabiano Fantini ed Elvio Scruzzi ci hanno messo 33 anni a costruire una solida reputazione di artisti, anche se quell’aggettivo ‘incerto’, che caratterizza il nome della loro compagnia, sembra restare sospeso come un dubbio che aleggia leggero, ironico. Come se i tre non si prendessero mai troppo sul serio.
Dopo tanta fatica, impegno e passione, però, è arrivato il momento di raccontare la loro storia. Con l’aiuto di Mauro Daltin e Alessandro Venier, per Bee (Bottega Errante Edizioni), hanno da poco dato alle stampe ‘L’Incerto. Un gruppo teatrale friulano’.
Dalle origini, nel 1982, a Gradisca di Sedegliano ai registi che li hanno formati, dalla nascita dei loro grandi successi al Friuli che è cambiato insieme a loro: una riflessione a tutto campo su questa terra e sul mondo del teatro, sulla cultura e sull’amicizia.
A ruota libera
“Ci siamo raccontati a ruota libera, senza preoccuparci di nulla – spiega Fantini -. Per noi è stato illuminante. Stare insieme 33 anni non è facile per nessuno, ma ripensando alla strada che abbiamo percorso, abbiamo riscoperto noi stessi, quasi come in una seduta psicanalitica. È stato un viaggio molto ricco dal punto di vista relazionale, il nostro, con alcuni passaggi chiave, come la scelta di scrivere in friulano con testi che si rifacessero ad autori internazionali. E poi abbiamo visto il Friuli cambiare sotto i nostri occhi ed è stato interessante riflettere su questi mutamenti”.
Il libro, scritto con uno stile fresco e ironico, fatto di storie brevi con cui si riflette e si sorride, è un’opera collettiva con incursioni e interventi di alcuni ospiti tra i quali Luca D’Agostino, Claudio De Maglio, Angela Felice, Rita Maffei, Paolo Medeossi, Federico Rossi, Glauco Venier”.
“In questi anni si vedono un sacco di documentari sui Genesis o sugli Who – scrive nel suo intervento Elio De Capitani -. Sono tutti gruppi in cui le persone sono rimaste fedeli a se stesse. Anche il Teatro Incerto è come i Genesis. Il segreto del loro successo e della longevità va ricercato nei caratteri. Spero che continuino a lanciare sfide, a se stessi e ad altri”.