A Roveredo in Piano ha preso il via la seconda edizione di ‘Una sera d’estate, incontrando gli autori’, rassegna che prevede tre incontri con scrittori importanti, promossa dall’amministrazione comunale e curata dalla fondazione Pordenonelegge. Dopo i saluti e i ringraziamenti pronunciati dall’assessore alla cultura Giulia Fabris, a inaugurare la rassegna, alla presenza attenta di Alberto Garlini che ha presentato e condotto la serata, è stato Valerio Massimo Manfredi, archeologo e scrittore, ben noto ai più sia per i suoi programmi televisivi, quali ‘Stargate – linea di confine’ e ‘Impero’, che per i suoi romanzi in particolare la trilogia di Alexandros.
A Roveredo, lo scrittore, in una piazza gremita, ha presentato il suo ultimo libro ‘Il Teutoburgo‘ (ed. Mondadori), che sta riscuotendo un grandissimo successo ed è in vetta alle classifiche.
Il romanzo prende le mosse dalla sconfitta dell’esercito romano del 9 d.C. a opera dei Germani, nella foresta a ridosso del fiume Weser. Questa sconfitta fece svanire il grande sogno di Augusto di romanizzare i popoli germanici e, a detta degli storici, ebbe conseguenze pesantissime per tutta la storia a seguire. Lo stesso Manfredi sul palco arriva a dire che “se si fosse riusciti a romanizzare tutta la Germania dal Reno all’Elba, non ci sarebbero state le invasioni barbariche, non ci sarebbero stati dodici secoli di guerre di religioni, non ci sarebbe stato bisogno di Carlo Magno, di Filippo II, di Napoleone, Hitler, forse avremmo evitato due guerre mondiali… L’Europa sarebbe stata già fatta allora”.
La battaglia di Teutoburgo fu tremenda sia per il fatto in sé – tre giorni e tre notti di inferno, durante i quali i Germani, armati con le stesse armi dei romani, li massacrarono e torturarono senza pietà – sia per le conseguenze devastanti che ebbe nei secoli a venire. Ma com’è stato possibile tutto questo? Alla base sembrano esserci due fatti apparentemente non così gravi: il tradimento del principe dei Cherusci, Arminio, uno dei due protagonisti, e la stupidità del generale delle truppe romane Publio Quintilio Varo e sul quale Manfredi lascia aperto un dubbio: “Come ha fatto Augusto, un politico così fine e acuto, a dare un mandato così ad un imbecille?”.
Il Teutoburgo è un romanzo che pone l’attenzione sulla battaglia ma mettendone in risalto tutta l’umanità, perché, “La storia – dice Manfredi – è mossa da sempre da avidità di oro, sesso, potere, dai sentimenti più selvaggi dell’essere umano ed è solo attraverso l’emozione che la possiamo interpretare perché la possiamo rivivere”. E aggiunge “una pagina di letteratura può convocare in un piccolo spazio tutti gli aspetti di una civiltà, cosa che nessun testo di storia può fare”.
Alla fine dal pubblico i complimenti per un modo di narrare veramente appassionato, preciso, garbato. E per quanto mi riguarda, una perplessità: quanta consapevolezza hanno i politici delle conseguenze delle scelte che compiono? L’appuntamento sempre a Roveredo in Piano è per martedì 4 luglio, con Antonio Caprarica che presenterà ‘L’ultima estate di Diana’.