Al quarto Danieli Innovaction Meeting, oggi è il giorno della presentazione del bilancio della multinazionale di Buttrio. Dopo l’introduzione con la Brass Decimino orchestra San Marco di Pordenone, si parte con il gruppo Danieli. Sul palco i ceo Alessandro Trivillin e Giacomo Mareschi Danieli. Le principali commesse dell’anno riguardano l’impianto 2 del Shougang Jingtang, che riunisce le ultimisse tecnologie in termini di efficacia ed efficienza, quello per il Cmc Oklahoma, l’impianto Aqs in Algeria – in questi giorni la prima colata – e in Vietnam, principale mercato nell’anno appena concluso, grazie a Hoa Phat e Nghi Son, che ha appena acquistato un terzo impianto; importanti commesse anche in Nepal e Bolivia, e due ordini in Italia, uno per Pittini e uno per Acciaierie Venete. In Messico con De Acero e per Suez Steel (Egitto), impianto più grande nel mondo, Taiwan, Logan (Usa), Russia e Giappone, ordine strategico per aprire la strada a nuovi ordini.
Danieli Automation sta mettendo a disposizione dei clienti la tecnologia per lo sviluppo della robotica: vista la chiave strategia di questo settore, nasce una nuova linea per creare ulteriore valore aggiunto.
Steelmaking: dopo un avvio fiacco, l’anno registra un costante miglioramento. La congiuntura internazionale favorisce lo sviluppo e il gruppo è in piena produttività, avendo anche da poco riaperto l’impianto croato. Bisogna, però, mantenere la flessibilità. Oltre un milione le tonnellate spedite, per un risultato netto finale di 9milioni. A incidere in negativo la ristrutturazione dell’unità produttiva in Germania. Importanza dell’innovazione: anche in Abs tutti i progetti in corso procedono con successo. Si parla molto di futuro, mentre in Abs si fa concretamente: grazie ai big data è stata migliorata la produzione e ridotta la percentuale di scarti. Importanza della sostenibilità: “Ormai è nella nostra natura, è entrata nel nostro Dna, quindi nel futuro non servirà parlarne”, commenta Trivillin.
Queste le linee di sviluppo, tutte molto sfidanti. La strada da seguire è quella di identificare e soddisfare i bisogni dei clienti, grazie alle relazioni e aumentando competenze tecniche e professionalità, conoscendo i loro bisogni. “Con uno slogan possiamo dire che bisogna passare da raccoglitori di ordini, a cacciatori di ordini. Obiettivi: rispettare i tempi di consegna; qualità: è un prerequisito per conquistare i clienti, ma ci sono sempre margini di miglioramenti. Questo è l’anno in cui crescere ancora. Velocità: Danieli sta lavorando per ridurre i ritardi, semplificando i processi interni e la ‘burocrazia’. Flessibilità: adeguare la struttura agli andamenti di mercato. Le persone sono il nostro punto di forza”.
Spazio, quindi, ai numeri (vedi allegato) del bilancio. A presentarli sul palco Anna Mareschi Danieli, Andrea Deana e Michele Marinutti. In sintesi, i numeri di possono riassumere con fatturato stabile nonostante il contesto economico globale, nuovi impianti costruiti, posizione finanziaria netta ampia e stabile e investimenti.
Dopo una nuova pausa musicale con la Brass Decimino orchestra San Marco di Pordenone, si passa al tema Danieli Metyou and Innovaction, con gli interventi di Camilla Benedetti e Rolando Paolone. Metyou si pone l’obiettivo di aumentare la qualità delle risorse. Vuole essere un richiamo alla metamorfosi, alla trasformazione, dove percorsi e obiettivi sono intrecciati. A luglio 2017 è stato lanciato il nuovo processo di valutazione delle risorse, usato come uno strumento di miglioramento continuo. Attraverso la condivisione degli obiettivi, nasce la forza dell’innovazione per essere (e fare) un passo avanti. I comportamenti sono legati ai valori aziendali. L’organizzazione si basa su abilità, competenze e impegno. Team internazionale, frizzante e determinato a lavorare in gruppo per raggiungere traguardi e imparare dagli errori. Danieli vuole essere la ‘prima della classe’, per poter continuare a tracciare la rotta. “Se sei il primo ti seguono (e ti copiano), ma se continui a innovare rimani sempre un passo avanti alla concorrenza”, chiosa Paolone. Le competenze devono essere consolidate e formate: questo è l’obiettivo di Danieli Academy. Nell’anno sono stati realizzati 1300 corsi di formazione.
Spazio, quindi, al nuovo impianto endless in Canada, che lavora su nuove leghe leggere d’acciaio. Un progetto al quale si è iniziato a lavorare nel 1990; il primo impianto completo è partito nel 2009 in Arizona, grazie a Cmc, che ha creduto in Danieli, collaborando a questo importante sviluppo. Obiettivi di qualità per un prodotto, ancora una volta, da primi della classe. “La soluzione è vincente solo se la vogliono tutti… E il processo Endless è stato richiesto anche da altri clienti, con il Sgjt Project, che può lavorare in maniera continuata o pezzo per pezzo”.
Attenzione all’ambiente: l’acqua è una risorsa sempre più preziosa e deve essere risparmiata. Da qui l’idea di riciclarla, specie nelle grandi città, ridandole nuova vita. Anche l’attenzione al corretto utilizzo dei rottami è importante e anche in questo campo Buttrio sta già guardando al futuro, grazie a nuovissime tecnologie.
Rimanendo in tema di innovazioni e vittorie, si parla di robotica con Alessandro Ardesi, David Corsini e Davide Senesi. Danieli Automation si propone come interprete delle nuove tecnologie. A gennaio, acquisita Telerobots Labs, società genovese con oltre 20 anni di esperienza nel settore. Oggi si annuncia l’avvio di un laboratorio con l’Istituto italiano di tecnologia, che creerà applicazioni innovative nel campo della robotica. L’idea è quella di produrre robot perchè facciano le operazioni che l’uomo non può svolgere perchè pericolose o perchè si sviluppano in ambienti difficili (ad esempio sott’acqua). Danieli Telerobots Labs è in grado di offrire questo genere di soluzioni. Quattro le famiglie di robot proposti: Q-Melt, che analizza i parametri; Q-Cast, che manipola e misura i materiali e marca i prodotti; Q-Roll, soluzioni robotizzate facilmente inseribili nei processi già avviati; Q-Zinc, che permette di lavorare sullo zinco, tenendo l’operatore in sicurezza e diminuendo gli scarti di materiale. Esiste poi la ‘famiglia’ di robot Q-Special, sistemi complessi che sono in grado, ad esempio, di produrre campioni e sono sviluppati su misura per il cliente, in base al contesto e alle sue esigenze.
L’industria dell’acciaio è una delle più vecchie al mondo: l’obiettivo, quindi, è quello di innovare. Si parla di smart robotics: la presenza umana è ancora fondamentale, pur in contesti ‘pericolosi’. La robotica deve essere flessibile e pronta a interagire con l’uomo, in un ambiente che cambia costantemente. Diversi aspetti vanno ripensati: dalle strategie di sicurezza agli elementi che si sporcano o si consumano. Bisogna quindi creare una nuova categoria di robot, che sappia interagire al meglio con l’uomo. Questa è la Danieli Robotic Human Experience.
Le conclusioni sono affidate a Gianpietro Benedetti, che parte tracciando una breve storia della domanda dell’acciaio. Si parte dal 1950 con una parabola di crescita dopo la Seconda Guerra Mondiale, per arrivare fino alla seconda metà degli anni ’70, quando si registra un lungo periodo di domanda costante (New Normal I) e una conseguente riduzione di aziende grandi costruttrici d’impianti, che passano da 15 a 4. Dopo 25 anni di stabilità, dal 2000 in poi, la ‘rivoluzione cinese’ porta a un enorme balzo in avanti, fino al 2015, con un aumento di 52milioni all’anno di consumi. Il futuro? Sarà un ritorno all’economia frugale, ovvero al ‘riutilizzo’. Se la moda Trump (America First) continuerà, con protezioni doganali, il prezzo dell’acciaio aumenterà. Ma questo periodo di protezione non è destinato a durare per sempre. Prima o poi – tra tre, cinque o dieci anni – finirà. In questa fase, come Danieli dovremo puntare non tanto sui grandi impianti, ma piuttosto sui piccoli, ovvero su quelli a dimensione regionale.
Un capitolo importante è quello della competitività del sistema Paese. Bisogna puntare su scuola e merito, sulla riduzione della burocrazia e dei costi relativi, sulla riqualificazione e riduzione della spesa pubblica, sul cuneo fiscale, sul costo e la flessibilità del lavoro; sulla famiglia e la natalità e su un’immigrazione qualificata e gestita.
Al vicepresidente Sergio Bolzonello, il compito di portare i saluti della Regione. “Danieli è un grande team e tutti noi dobbiamo imparare questa lezione, guardando ai problemi con una logica di squadra e non individuale. La metamorfosi di Danieli per stare al passo con i tempi è ben visibile e questo è un dato da sottolineare. Il manifatturiero resta centrale per la nostra comunità regionale. Visione globale, ma restando fermamente ancorati al territorio. La metalmeccanica è una piattaforma di saperi e innovazione: la vera sfida è tenere assieme un modello sociale e un modello economico in rapida evoluzione”.
Anche l’arcivescovo Andrea Bruno Mazzoccato ha portato il saluto dell’Arcidiocesi di Udine, ringraziando Danieli per il suo impegno. “Invochiamo la benedizione di Dio perchè la provvidenza aiuti questa azienda. Nell’opera dell’uomo, però, c’è sempre un imponderabile, e questa è proprio la provvidenza. Invoco Dio anche perchè tenga vivo lo ‘spirito buono’ nella mente, nel cuore e nella coscienza. Ho sentito parlare di obiettivi di solidarietà e sottolineo che abbiamo bisogno anche di questo per percorrere le strade giuste del futuro”.