Una volta c’era l’Ici. La pagavano tutti, titolari di prime e seconde case, sulla base della rendita catastale. Odiatissima, come tutte le tasse sulle abitazioni, era però troppo semplice. Meglio toglierla (quella sulle prime case), per poi rimetterla con un nuovo nome, per toglierla e infine rimetterla, ancora una volta con una nuova denominazione.
Ora si chiama Tasi, acronimo evocativo soprattutto per chi vive nel Nordest. La nuova imposta, che servirà ai Comuni a tappare i buchi di bilancio causati dai “prelievi” decisi a Roma per colmare la voragine del disavanzo, rappresenta una nuova tappa della Via crucis alla quale sono costretti i contribuenti. Rispetto alla vecchia Ici, però, va molto peggio.
Ora, ogni municipio si è dato da fare per introdurre mille varianti. Esenzioni, aliquote e immobili soggetti a tassazione cambiano repentinamente, al pari delle scadenze. Una follia aggiuntiva, quella dei termini di pagamento, dettata dal ritardo con il quale molti municipi hanno approvato il bilancio e non per loro colpa. C’è chi ha già pagato in giugno, chi dovrà pagare entro ottobre e chi invece dovrà farlo entro dicembre.
Dando per scontato che i sindaci avrebbero fatto volentieri a meno di quest’ennesima bastonata sulla schiena dei loro concittadini, abbiamo dato un’occhiata alle aliquote praticate nei centri più importanti.
Prime case nel mirino
Salvo rare eccezioni, quasi tutti i Comuni hanno deciso di applicare la Tasi solo alle prime case (esentate dall’Imu), con la sola eccezione dei fabbricati di pregio. In genere l’aliquota è tanto più alta quanto più corpose sono le esenzioni per chi ha redditi molto bassi o un nucleo famigliare numeroso. Maniago spicca con il suo 2,9 per mille sulla prima casa (1,9 gli altri immobili), pur in presenza di detrazioni e di riduzioni in casi particolari. Altrimenti si oscilla tra lo 0.7 applicato a Sacile e il 2 imposto a Codroipo, Gradisca d’Isonzo o Tolmezzo. Per le città capoluogo, Udine chiede il 2,2 per mille esentando i redditi più bassi, Gorizia l’1,5 senza nessuna esenzione, Pordenone l’1,25 con detrazione per le rendite basse e Trieste il 2,5 con una serie di detrazioni. L’aliquota schizza al 3,3 per mille per le prime case con rendita superiore ai 600 euro. Pochi i Comuni a Tasi zero: citiamo Monfalcone, Gemona, Lignano e Majano.
Inutile fare la classifica dei ritardatari: il sito del ministero è in aggiornamento: al momento di scrivere questo articolo risultavano aver deliberato 140 Comuni su 217 presenti in Fvg, ma per molti degli assenti la delibera è già stata votata.