Sulle nuove polemiche per il ‘matrimonio’ osteggiato dalla Camera di Commercio di Pordenone, interviene il presidente della Cciaa di Udine, Giovanni Da Pozzo. “Al di là di decisioni politiche che non spetta a noi fare, la Camera di Commercio di Udine ha sempre agito – e continuerà a farlo – secondo quanto dispongono le norme nazionali, da cui gli enti camerali sono disciplinati, e nei tempi indicati dalle norme. La procedura di accorpamento tra Pordenone e Udine è parte di un complesso riordino in tutta Italia e, nella nostra regione, riguarda sia Udine sia Pordenone: non è una fusione per incorporazione come alcuni cercano continuamente di far passare, entrambi i territori andranno incontro al cambiamento allo stesso modo”.
“E il Tar, negando la sospensiva, ha ravvisato che il territorio pordenonese non sia in alcun pericolo. Alla procedura di accorpamento, peraltro, hanno partecipato correttamente tutti gli attori: le associazioni di categoria di entrambe le circoscrizioni, innanzitutto, e la Regione, che ha già avviato la fase di sua competenza con il primo decreto firmato dal governatore. È bene ribadire che il Commissario ad acta non attribuisce i seggi, ma trasmette alla Regione i dati presentati dalle associazioni di categoria stesse, che dichiarano di concorrere per i vari settori, sia singolarmente sia attraverso apparentamenti, dopo aver fatto i controlli di rito previsti dalla normativa vigente. I seggi sono poi attribuiti con Decreto del presidente della Regione, e riflettono la reale consistenza delle imprese sui territori. Se però alcune categorie pordenonesi, per loro inesperienza, non hanno fatto tutti gli apparentamenti per i settori comuni, cosa che invece Udine ha sempre fatto – e non solo in questa occasione –, forse dovrebbero fare una riflessione sulla loro efficienza e conoscenza delle norme. Ci sono associazioni pordenonesi che utilizzato questa facoltà, dando ampia rappresentanza ai lori settori. E Pordenone non avrà certo solo 4 seggi, ma più del doppio, esattamente rispettando le proporzioni dettate dal numero di imprese”.
“Il sistema delle Camere di Commercio funziona in maniera armonica e uniforme sul territorio italiano, con servizi, progetti ed esperienze che rispettano le specifiche autonomie, ma con la forza di una rete che opera in sinergia in tutto il Paese: personalmente, non capisco quali vantaggi potrebbe procurare al Fvg uscire unilateralmente da questo sistema istituzionale. Che poi il presidente di Unindustria Pordenone ora lanci la Camera unica con sede a Trieste la dice lunga: prima vuole la camera unica, poi cerca l’alleanza con Trieste, poi con il Veneto, poi cerca la strada solitaria e poi di nuovo la camera unica regionale, peraltro con una sede a Trieste che non precluderebbe la rappresentanza in funzione dei pesi territoriali. Una strategia dunque alquanto confusionaria e in cui fatico a trovare il senso. Il sistema associativo dell’intera regione non può essere ostaggio di qualche capriccio e della volubilità di poche persone, che invece di elaborare strategie economiche hanno una visione alquanto politica del tema”.