Nei primi sei mesi del 2014, secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, il saldo tra aperture e chiusure d’impresa nei settori del Commercio al dettaglio e del Turismo è stato negativo per 20.244 unità: un bilancio peggiore per 6.431 attività in meno rispetto a quello registrato nell’’anno nero’ del commercio del 2013 (-13.813). A pesare è stato soprattutto il calo delle nuove iscrizioni: nel periodo hanno aperto in Italia 34.341 nuove imprese, 9.532 in meno rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. In media, nel primo semestre del 2014 ci sono state 302 chiusure al giorno, a fronte di 109 aperture.
Il Commercio al dettaglio in sede fissa ha registrato nei primi sei mesi dell’anno in tutto il Paese una perdita di 13.972 imprese, saldo tra 26.446 chiusure e 12.474 aperture d’impresa. Tra le categorie merceologiche, nei primi sei mesi dell’anno spariscono 1.471 imprese attive nella vendita di alimentare (food) e 12.501 nel no food, nel quale si rilevano i saldi negativi di abbigliamento (-3305) e dei venditori di sigarette elettroniche (-592).
In particolare, in Fvg nel Commercio al dettaglio si sono perse 246 aziende (216 nel settore No food), frutto delle 160 aperture e contestuali 406 chiusure (360 nel comparto No food) con una media giornaliera di chiusure in regione pari a 2 unità (contro 1 sola nuova apertura) contro l’1,9 segnato un anno fa. A Trieste, la media giornaliera di chiusure è di 0,4 contro 0,2 aperture ed è stabile rispetto allo stesso periodo di riferimento del 2013. Nel settore delle sigarette elettroniche, nei primi sei mesi dell’anno a fronte di 0 iscrizioni si sono registrate 7 cancellazioni. Nel commercio al dettaglio di tessile, abbigliamento e calzature, il saldo negativo è di 40 unita (77 le ditte cancellate in sei mesi). Nel commercio ambulante, il saldo negativo è di 28 unità (60 le chiusure registrate). Nel commercio elettronico, si sono perse 12 aziende (19 quelle cancellate nel periodo di riferimento) e tra gli intermediari del commercio, sono state perse 27 ditte (168 le chiusure riscontrate).
Nel settore turistico, sono state 18 le imprese di alloggio e ricezione perse (frutto di 23 cancellazioni) e nella ristorazione, il saldo negativo è di 71 unità (considerando le 150 chiusure nel primo semestre 2014). Il servizio bar infine vede un -78 ditte, con 170 cancellazioni in sei mesi.
“Dopo la crisi del 2013 – commentano i vertici nazionali Confesercenti – tutti speravamo in un rallentamento della caduta. Invece il 2014 sembra essersi avviato verso un peggioramento. Le chiusure continuano, e si registra un’allarmante diminuzione di nuove aperture rispetto al 2013. Il dato Istat molto negativo sulle vendite al dettaglio di maggio, che segue a quello non meno preoccupante sulla flessione degli ordini della produzione di qualche giorno fa, indica con evidenza che la stagnazione dell’economia prosegue. Di questo passo l’eventualità di una crescita zero rischia di rafforzarsi pericolosamente”.
“Il trend dei consumi nel 2014 – commenta il Presidente regionale Confesercenti Fvg Giuseppe Giovarruscio – va verso il baratro e i cosiddetti segnali di ripresa li vede solo chi non ha alcun problema ad arrivare a fine del mese, categoria molto privilegiata. Avevo già avuto modo di dire molte volte che il 2014 rappresenterà ancora un anno negativo per la ripresa e continuerà almeno fino al 2015, se il Governo non si impegnerà in una seria revisione fiscale con conseguente riduzione delle tasse ai settori produttivi, tagli veri agli sprechi, avvio reale della riforma della burocrazie e della semplificazione delle procedure. Chiediamo al governo di estendere inoltre gli strumenti messi a disposizione da Garanzia Giovani per favorire l’autoimprenditorialità attraverso un’adeguata formazione, ma anche di prevedere un regime fiscale ad hoc per le start up di impresa”.