In occasione della 132° conferenza congiunturale di Federmeccanica, simultaneamente a quella di Roma, si sono svolte questa mattina iniziative con la stampa in tutta Italia con una copertura di più di 60 territori. Anche Confindustria Udine ha partecipato all’evento ospitando a palazzo Torriani una conferenza stampa nel corso della quale il capogruppo del Gruppo aziende metalmeccaniche e siderurgiche di Confindustria Udine, Luigi de Puppi (nella foto), accompagnato da Andrea Lazzarini, componente della Giunta di Federmeccanica, ha presentato il messaggio forte che sta dietro a questa iniziativa di Federmeccanica, illustrando anche un’analisi congiunturale dell’industria metalmeccanica della provincia di Udine.
“Oggi è la giornata – ha detto de Puppi – in cui ribadiamo forte la centralità della metalmeccanica, il più rilevante tra i comparti manifatturieri dal momento che contribuisce con l’8% del Pil nazionale, alla metà della ricchezza prodotta dal manifatturiero, facendo leva su un milione 800mila addetti. Chiediamo, pertanto, al Governo una politica di supporto per un settore nevralgico che sta vivendo una fase di grande sofferenza, come dimostra, dal 2008 a oggi, la diminuzione del 32,6% dei volumi produttivi e di oltre il 25% del capitale fisso installato”.
De Puppi ha rilanciato le tre ricette per una politica industriale di sostegno all’industria meccanica: la domanda interna, che non va ulteriormente depressa ma risollevata, liberando risorse, con maggiori investimenti; un mercato del lavoro con nuove regole che stimoli la produttività (“Il jobs Act va nella direzione giusta, ma bisognerà attendere il documento finale”) e un’attenzione alla nuova rivoluzione industriale tecnologica, industry 4.0, che, liberando l’ingegno, trasformerà, nei prossimi anni, i nostri mercati, le nostre produzioni e le nostre aziende.
De Puppi ha poi affermato con orgoglio che “l’Italia ha dalla sua parte una risorsa umana che tutto il mondo ci invidia. Non ci invidiano invece la carenza di infrastrutture (“A mio parere, anche una delle prime priorità in Friuli Venezia Giulia per supportare il sistema portuale”), la burocrazia, l’ambiente sfavorevole al fare impresa. Alcuni dati che fanno meditare: la 49° posizione dell’Italia per competitività globale; la 138° posizione per pressione fiscale sulle imprese; la 137° posizione per rigidità mercato lavoro; 269 ore/anno per adempimenti fiscali (218 in Germania, 137 in Francia e 110 in Gran Bretagna); i 233 giorni per avere una licenza edilizia (96 in Germania), i 124 giorni per l’allacciamento dell’energia elettrica (28 in Germania) e i 1.132 giorni per una sentenza civile (544 è la media Ue).
“Serve una cura drastica” ha ribadito De Puppi, che ha pure puntato l’indice contro lo sproporzionato cambio euro/dollaro.
“Le industrie italiane – ha aggiunto – sono proprio brave, se con questo rapporto di cambio, riescono ancora ad esportare negli Stati Uniti. Lo sbilanciamento è evidente, al confronto la svalutazione della lira degli anni passati era ben poca cosa. Il rapporto di cambio giusto? Parlerei di quello realistico, sotto l’1,20”.
Nonostante tutto, de Puppi non nasconde la speranza di una ripresa della nostra economia del 2015, un segnale arriva anche da una constatazione di Andrea Lazzarini: “Mi risulta che molte produzioni di nicchia stanno ritornando dalla Cina in Italia”.