Sostanziale ripresa nell’analisi di fine anno fatta da Unindustria Pordenone. Oggi, il presidente Michelangelo Agrusti (nella foto), ha commentato come “il 2014 è stato un anno assai difficile per questo territorio, dove alla una lunga crisi iniziata nel 2008 si sono aggiunte quelle dei grandi gruppi industriali, eventi simbolici ancorché effettivi che hanno trasmesso il senso della deindustrializzazione del territorio”.
Agrusti si è soffermato a lungo sul comparto del legno, testa della filiera che ha sofferto, e ha fatto soffrire a cascata, probabilmente, il maggior tasso di crisi.
“Attualmente, però, numerose aziende del comparto – ha spiegato – registrano performance positive nella misura anche del 15% d’aumento di quota export e questo dimostra la capacità di tanti imprenditori di opporre alla crisi strategie di miglioramento dei processi finalizzate ad aggredire altri mercati. Ci sono mobilifici che assumono in maniera rilevante; certo, quello del legno era e resta uno dei punti critici. Per contro esistono grandi realtà entrate in un loop negativo anche a causa della scarsa presenza sui mercati internazionali. Di qui la necessità di trovare degli sbocchi anche sullo scenario interno”.
E proprio in quest’ottica, tra le operazioni cui Unindustria ha lavorato e sta lavorando nella sua duplice veste “diplomatica e operativa”, ha rivelato questa mattina il Presidente, vi è la realizzazione di una rete di impresa candidata a essere partner di Fincantieri nella logica di un sistema di fornitura a chilometri zero.
“Ci lavoriamo da mesi con la proprietà – ha rivelato Agrusti – e riteniamo, allo stato attuale dell’arte, che un’ipotesi di intervento anche nel compound di Electrolux possa diventare fatto concreto in tempi rapidi. Questa provincia ha sempre vissuto il settore navale come lontano ed estraneo, ma non dev’essere più così, possiamo e dobbiamo avere un ruolo importante nell’accompagnare l’industria della fabbricazione di navi. Basti pensare che ogni anno tra Marghera e Monfalcone si producono quattro città con tutto ciò che ne consegue, mi riferisco a teatri, ristoranti, grandi cucine, e così via”.
Una prima concretezza di ciò è stata l’acquisizione proprio da parte di Fincantieri, recentemente, della componente contract navale del Gruppo Santarossa.