Meno soldi e, quindi, da gestire con assoluta cura. La Camera di Commercio di Pordenone deve passare al setaccio i conti e razionalizzare le spese. L’ente camerale, nel 2015 vedrà ridursi i proventi correnti dai 12 milioni del 2014 ai 7 di quest’anno (i diritti annuali delle imprese iscritte passano da 4,8 a 3,2 milioni) e allo stesso tempo ha tagliato gli oneri correnti dai 15,7 milioni di un anno fa agli 8,7 preventivati per il 2015 (gli interveti economici scendono da 10,6 a 4,5 milioni). Per questo motivo, la revisione della trentina di società partecipate – anche a fronte della nuova normativa nazionale che impone di ‘sfalciare’ quelle inutili – è una delle priorità dell’ente per l’anno in corso.
Quote ‘regalate’ a un euro
Negli ultimi anni, la Camera di Commercio ha cessato la sua partecipazione in Consorzio Aeroporto Friuli Venezia Giulia Spa, che è stato sciolto, Società per l’Autostrada di Alemagna, messa in liquidazione, e Agroqualità Spa, le cui azioni sono state alienate a Unioncamere a fine 2014 e hanno portato un incasso di 2.339,88 euro (51 centesimi per ognuna delle 4.588 azioni). Partecipazione cessata a ogni effetto anche in Catas Spa, Isnart Spa e Borsa Merci Telematica Scpa: entro fine anno dovranno essere liquidate le quote. Unica eccezione per Bmti Scpa: una nota da parte del Ministero dello Sviluppo Economico ha specificato che tale partecipazione appare strettamente necessaria per il perseguimento delle finalità istituzionali delle Camere, essendo espressamente prevista con decreto Ministeriale. L’ente pordenonese, a fronte di ciò, ha ritenuto di percorrere anche la via alternativa alla dismissione legale, ovvero l’offerta in prelazione alle altre Camere di Commercio socie, delle due quote detenute in Bmti Scpa al prezzo simbolico di un euro ciascuna.
Tre addii nel 2016
E siamo ai risparmi previsti dall’uscita da alcune partecipazioni. L’ente, da inizio 2016, abbandonerà Unionfiliere di Roma, Mib School of Management di Trieste e Consumer’s Forum Friuli Venezia Giulia di Udine. “Questo recesso– si legge nella relazione tecnica della Cciaa pordenonese – consentirà di ottenere un risparmio di spesa di almeno 4mila euro l’anno a partire dal 1° gennaio 2016, cessando, infatti, l’onere di versamento delle quote associative”.
Vantaggi d’ufficio
“Relativamente ad Agroqualità è già stata realizzata una plusvalenza di 240,31 euro. Qualora si alienassero le quote di Bmti Scpa a un euro l’una, si realizzerebbe una minusvalenza, a fronte però di un mancato versamento della quota consortile che per il 2015 ammonta a 2.910 euro. Si fa presente che la società Bmti Scpa, a fronte della diminuzione del diritto annuale camerale del 35% per l’anno 2015 ha, da parte sua, ridotto anche il contributo consortile a carico dei soci”. Un risparmio arriverà anche per il minor carico di lavoro dei dirigenti. “Complessivamente, dal punto di vista della gestione amministrativa, il risparmio per il 2015 relativo a 5 società dismesse o in dismissione ammonta a 2.225 euro (445 a società)”. Inoltre, nel 2014 la Camera di Commercio ha incassato un dividendo di 1.734,09 euro erogato dalla Società Tecnoholding Spa. Non si tratta certo di cifre da capogiro, ma è un primo passo verso la riorganizzazione.
Lettera di avviso
Non è tutto. Alle società partecipate dalla Camera di Commercio, che a loro volta detengono partecipazioni in altre realtà – è il caso di Interporto, Polo tecnologico, Fiera, Infocamere, Tecnoservicecamere, Ic Outsourcing, Tecnoholding, Fabbrica Modello di Pordenone e Montagna Leader – verrà inviata una lettera per il contenimento dei costi entro il 31 dicembre, anche con riferimento alle misure da attuare nei confronti di società partecipate, avviando un piano di razionalizzazione delle stesse. Insomma, mantenimento della partecipazione, ma con un invito a contenere le spese.
Via i rami secchi
Infine, è in corso una riflessione sui Distretti industriali, a fronte della nuova legge regionale ‘Rilancimpresa’, che alle Asdi riconosce determinate funzioni solo se costituite da soggetti privati, diversamente da quanto stabilito dalla precedente normativa. “In relazione a questo, quindi, nel corso del 2015 si ritiene vada approfondita la portata della norma anche da parte delle assemblee delle società – evidenzia il documento camerale -. Si precisa che attualmente (dati al 31.12.2013) i soggetti pubblici detengono nel Comet più del 60% del capitale, nell’Asdi del Coltello il 42%, nel Distretto del Mobile il 78%. Come azione da attuare si ritiene necessario un approfondimento della nuova normativa entro il 31 dicembre 2015, dando mandato al presidente di assumere le decisioni conseguenti. Per il Distretto del Mobile Livenza Scarl si prende atto che la società si trova in fase di liquidazione e, quindi, trattasi di partecipazione destinata a venire meno”.
Entro la fine di quest’anno, dunque, potrebbero essere tagliati altri ‘rami secchi’.