“Fare rete” intensificando la collaborazione intercategoriale e interprofessionale orientandola a comuni obiettivi di solidarietà ma, anche, “formazione e sviluppo e difesa comune della sopravvivenza dei motori fondamentali del benessere economico e sociale del territorio”: questi alcuni dei principi che animano la Libera Camera delle Categorie economiche, delle Professioni, delle Rappresentanze sociali e dei Cittadini del Friuli Occidentale, costituitasi in mattinata dinnanzi al notaio a palazzo Klefisch, sede di rappresentanza di Unindustria.
Obiettivi importanti, quelli tratteggiati prima della lettura dello statuto – sottoscritto, tra gli altri, dal sindaco di Pordenone, dai colleghi dei quattro mandamenti e dai parlamentari Ciriani, Sonego e Dal Mas – tra cui il “disegno delle traiettorie e i contenuti di un nuovo modello di sviluppo territoriale e scambio di esperienze e competenze” al servizio di imprese, cittadini e pubblica amministrazione.
Michelangelo Agrusti, in premessa, ha ribadito l’importanza dei sindaci perché “in questo crepuscolo della democrazia, ha detto, essi rappresentano un presidio fondamentale, sono eletti ed hanno un confronto continuo con i cittadini”. Proprio alla tutela dei cittadini, oltreché ovviamente delle imprese, Agrusti ha rivolto un passaggio importante del proprio intervento prima della sottoscrizione dello statuto della Libera Camera, il cui coordinamento è affidato a Giovanni Pavan, già Presidente della Cciaa di Pordenone: “Affinché un Comune venga rappresentato, al di là dell’adesione dei propri rappresentanti istituzionali, è sufficiente che un cittadino di quel Comune si iscriva ed avrà pieno titolo. Questa nostra – ha detto ancora – è un’esperienza inclusiva”.
Il forum della Libera Camera, ha spiegato ancora Agrusti, ha in agenda le priorità di questo territorio “la viabilità disastrata, la questione dei precari del Cro – nei confronti dei quali è necessaria una soluzione perché sono il cuore della ricerca di quell’Istituto – l’acceleratore protonico, la riorganizzazione della sanità regionale, l’ospedale di Pordenone e, non da ultimo l’ambiente, solo per citarne alcuni”.
La decisione di costituire la Libera Camera, è stato detto in conferenza stampa, trova ragione anche nella necessità di non perdere unità di visione ed intenti da parte delle diverse anime della sua società, un rischio concreto dopo la progressiva eliminazione di importanti strutture democratiche rappresentative della volontà popolare e della rappresentanza degli interessi economici. Gli elementi imprescindibili per mantenere un territorio coeso al proprio interno, aperto al mondo e proiettato ad un futuro di sviluppo e benessere – e quindi, come è stato detto, per evitare il declino – sono la presenza di grandi imprese, di un’università di qualità, di centri di ricerca ed innovazione, di strutture sanitarie d’eccellenza, di infrastrutture moderne e di centri culturali. La coesione, è stato detto ancora, fu determinante ai tempi della fondazione della Provincia, quando imprese, professioni e cittadini di unirono per vedere riconosciuto anche istituzionalmente un territorio legato da profonde radici storiche, economiche e culturali.