Sei mesi per parlare, discutere e presentare risposte sull’alimentazione dell’uomo, sotto tutti gli aspetti: produzione, salute, sostenibilità, etica. Milano, così, è ‘capitale del mondo’ dal 1° maggio al 31 ottobre grazie all’esposizione universale Expo 2015, dedicata appunto al tema del cibo. Può sembrare un argomento e un evento ‘lontano’ dal sentire quotidiano dei friulani, eppure apre un orizzonte geografico e temporale ampio di cui anche il Friuli, giocoforza, fa parte. Quindi, guai a non esserci. Ma come è meglio sfruttare questa opportunità? Forse il problema è proprio questo: sbaglia chi vede nell’Expo solo un’opportunità per vendere, per trovare nuovi clienti e mercati. Sbaglia, pure, chi crede che non ci sia alcuna possibilità di intervenire sull’evoluzione incontrollata del sistema agroalimentare mondiale. Cade in errore, forse, chi scommette tutto sulla tecnologia agricola, come anche chi la combatte a priori.
Il grande pubblico, imprese incluse, ancora oggi non è sufficientemente informato sull’Expo, figuriamoci se, poi, è anche adeguatamente preparato. Il rischio, quindi, è che i sei mesi passino presto, quasi senza accorgersene. Le questioni poste all’Expo, però, rimarranno sul tavolo, anche quando i riflettori saranno spenti e i padiglioni della fiera smantellati.
Siamo in grado di dare risposte
Una vetrina a cui non mancare, a maggior ragione se si è una regione che, per sua natura, ha tutte le caratteristiche proposte dai contenuti dell’evento. È, così, che motiva l’impregno dell’amministrazione regionale a Expo Milano 2015, il vicepresidente Sergio Bolzonello.
Perché un’esposizione universale è importante anche per una piccola regione come la nostra?
“Il Friuli Venezia Giulia, in confronto ad altre regioni italiani con territori più vasti o città d’arte che godono di un’attrattiva maggiore rispetto alle nostre, ha un posizionamento turistico peculiare. Nessuna regione, infatti, può contare su una biodiversità simile, su una varietà di territori e paesaggi che la rendono unica. E’ incastonata tra i picchi delle Alpi, le onde dell’Adriatico, le cime delle Dolomiti e le colline del Collio e qui si incontrano la cultura italiana, slava e germanica. Poco meno di 8 mila chilometri quadrati di mare, colline e montagne incontaminate. Dal punto di vista logistico, poi, è un nodo nevralgico della geografia europea.
Expo 2015 rappresenta una straordinaria vetrina per l’Italia e, di conseguenza, avendo la possibilità per sei mesi di essere al centro dell’attenzione mondiale, anche il Friuli Venezia Giulia potrà godere e approfittare di questo palcoscenico per mostrare queste peculiarità. Abbiamo anche voce in capitolo su tutte le tematiche che ruotano attorno a Expo, a partire da quella che riguarda l’alimentazione, la ricerca e l’innovazione, la sostenibilità. La nostra azione, infatti, è caratterizzata dalla messa a sistema delle principali eccellenze territoriali su alcuni temi specifici dello sviluppo. Il tematismo ‘Ricerca e Innovazione’ a Expo è coordinato da noi assieme alla Provincia autonoma di Bolzano. Inoltre, abbiamo lavorato sui due filoni di azione proposti da Expo, ‘dall’Expo ai Territori’ e ‘i Territori in Expo’ con la ricerca attiva di partnership tra pubblico e privato. Siamo riusciti a fare sistema con associazioni di categoria, Camere di Commercio, Pmi, Terzo settore, Università, istituti di ricerca, imprese private sia per gli eventi sul territorio, sia negli spazi espositivi a Milano.
In sostanza, dobbiamo cogliere l’opportunità che Expo ci offre, da un lato, per sfruttare la vetrina mondiale, dall’altro, per intercettare i flussi turistici dell’esposizione universale portando delegazioni e visitatori a far scoprire opportunità di business e i tesori culturali, enogastronomici e naturalistici del Friuli Venezia Giulia”.
Che risposta può dare il Friuli Venezia Giulia al quesito posto dall’Expo: nutrire il pianeta?
“Il tema che è stato scelto per l’esposizione universale, ovvero ‘Nutrire il pianeta. Energia per la vita’, pone una grande attenzione mediatica al settore agroalimentare, focalizzandosi sull’asse principale del diritto a un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abitanti della Terra. Ma per dare un senso vero a ogni dibattito che verrà sviluppato attorno a questo concetto, va data importanza all’agricoltura fatta di impresa, innovazione e progresso. Rispetto a epoche in cui sembrava che l’aumento delle risorse disponibili fossero maggiori dell’incremento dei consumi, oggi la ricerca e numerosi studi in materia propongono scenari più realistici e, purtroppo, non altrettanto ottimistici. La Regione intende perseguire la strada della tutela del nostro territorio e della salvaguardia delle vocazioni naturali del suo comparto agricolo, costruito sulle eccellenze, la tradizione, il pregio produttivo. Vogliamo favorire i processi di aggregazione tra i produttori, l’innovazione, l’affermazione della qualità, anche attraverso la certificazione delle eccellenze che nel Friuli Venezia Giulia sono insite nel settore. Anche le misure previste dal nuovo Programma di sviluppo rurale (Psr) vanno nella direzione di favorire la specializzazione delle aziende e sostenere un processo di filiera che consenta al settore di affrontare con efficacia le sfide dei mercati. Il Piano 2014/2020 sosterrà, tra l’altro, la competitività e l’innovazione, nonché le filiere agroalimentari che sapranno dimostrare solidità nel tempo. Favorirà la formazione degli operatori, l’adeguamento strutturale delle aziende attraverso il pacchetto giovani e la gestione integrata dei vigneti e dei frutteti, in particolare per le aziende che aderiranno a sistemi di qualità certificata, nonché il comparto biologico e i progetti di ricerca e innovazione.
Nel contesto degli eventi di Expo che faremo sul territorio, ‘Food East’ a Udine il 24 e 25 giugno, nll’auditorium della Regione, intende contribuire attivamente al tema ‘Nutrire il pianeta’ portando sul territorio regionale un alto momento di dibattito con la realtà internazionale con cui il Friuli Venezia Giulia dialoga storicamente da molti anni. Il contributo alla Carta di Milano e, più in generale, al tema della nutrizione che tale evento si propone di fornire riguarda tutte le eccellenze regionali europee e internazionali. Sarà un momento utile per mettere a confronto e far conoscere i numerosi progetti di ricerca e di trasferimento tecnologico e contribuire al dibattito scientifico basandosi sulle migliori eccellenze regionali, come le start up innovative, le imprese i consorzi che da anni operano attivamente sulla filiera produttiva in campo nazionale, mettendoli a confronto con esperti e omologhi internazionali”.
Una rete da tessere
Una tela da tessere tra partner nazionali ed esteri sul tema della ricerca e innovazione nella sostenibilità, trasformazione e logistica delle produzioni agroindustriali. Così, l’Expo avrà un effetto benefico duratura sul Friuli Venezia Giulia. È questo l’intendimento espresso Agostino Maio, coordinatore della Regione per la partecipazione all’evento.
Quali obiettivi si pone la Regione?
“L’obiettivo che ci poniamo è la promozione del sistema territoriale a 360 gradi. L’impegno della Regione è certamente a Milano, in diverse attività dentro e fuori salone, ma anche e direi soprattutto rivolto allo sviluppo sul territorio di attività e iniziative legate a Expo.
In entrambe i casi, si vuole evidenziare il più possibile l’unicità della nostra regione secondo il tema della biodiversità declinato ottimamente da Ippolito Nievo nel concetto ‘Friuli, piccolo compendio dell’universo’. Riteniamo che l’offerta turistica unitamente alla sua capacità produttiva e commerciale, anche nel settore enogastronomico, per rimanere nel tema di Expo, sia di assoluto livello e interesse per numerose delegazioni straniere. Il nostro sforzo e la nostra bravura si tradurranno, quindi, in modo particolare nella capacità di trasmettere questo messaggio ai visitatori e alle stesse delegazioni”.
C’è il rischio che i grandi temi posti dall’Expo rimangano lontani dall’attenzione della gente comune e del sistema produttivo locale?
“Sicuramente è un rischio concreto, dal momento in cui questi temi vengano affrontati con superficialità o, peggio, con la demagogia e il populismo che spesso si accomunano a concetti quali la sostenibilità energetica, alimentare, climatica. In una parola: il concetto di sviluppo sostenibile. Dobbiamo porci un problema a medio lungo termine come ci suggeriscono alcune proiezioni demografiche: a fronte di un consistente aumento della popolazione a livello mondiale, come possiamo garantire un incremento della produzione agroalimentare adeguata. In questo senso dobbiamo laicamente e razionalmente sostenere con maggiore determinazione lo sviluppo della ricerca e di nuove forme di produzione, senza prescindere dalla problematica secolare di una più equa distribuzione delle risorse. Il Papa stesso, con un messaggio che più stringato di così non poteva essere, ha messo tutti alle strette sulla questione alimentare essenziale, dicendo che oggi c’è cibo per tutti, ma molti non mangiano. È la sintesi dei pregi e dei difetti del nostro sistema economico dove il problema non è la creazione di beni e servizi, ma la loro distribuzione”.
Ci sarà anche un ‘expo’ a Udine a fine giugno, di cosa si tratta?
“L’evento di Udine, il 24 e 25 giugno all’auditorium della Regione, si strutturerà in una Conferenza internazionale con la presentazione delle eccellenze locali nel campo della ricerca e innovazione e una ‘Exhibition’, con visita a start up e centri di ricerca. L’evento di Udine, idealmente collegato con analoghi territoriali che ogni regione deciderà di attivare, ha lo scopo di contribuire e alimentare il dibattito rispetto all’evento delle Regioni programmato per il 12 settembre al Padiglione Italia a Milano. La nostra regione, a partire dalle tematiche che ruotano attorno a Expo, da quella che riguarda l’alimentazione, alla ricerca e l’innovazione, alla sostenibilità, non è ai confini dell’Italia, ma al centro dell’Europa, crocevia e osservatorio privilegiato di scambi infrastrutturali, economici e soprattutto culturali. Questo ci dà la possibilità di intraprendere alcune strade e proporre buone pratiche.
L’eccezionale livello raggiunto dalle nostre Università, dai centri di ricerca, dai parchi tecnologici presenti in Friuli Venezia Giulia ha consentito di trasferire al mondo delle imprese un patrimonio di conoscenze e di innovazione di altissimo livello che, attraverso il momento di visibilità e di dibattito legati a Expo, potrà arricchirsi tramite il confronto con gli omologhi dell’Europa centro-orientale.
Intendiamo, quindi, dare un concreto contributo alla Carta di Milano e, più in generale, alla questione della nutrizione, approcciando il tema delle eccellenze regionali, europee e internazionali. L’obiettivo generale è la creazione di una rete internazionale permanente sul tema della ricerca e innovazione nella sostenibilità, trasformazione e logistica delle produzioni agro-industriali”.
L’ospitalità si serve a tavola
Il cibo è elemento essenziale dell’offerta turistica e, per questo, il piano strategico dell’agenzia regionale di promozione, al TurismoFvg, batte molto su questo tasto, non solo accompagnando gli ospiti verso le tavole della nostra regione, ma pensando agli stessi ristoranti come punti informativi del circuito turistico. Così, spiega il direttore dell’agenzia Michele Bregant.
L’agroalimentare e l’enogastronomia del Fvg sono sufficientemente integrati alla sua offerta turistica?
“Come ente regionale che si occupa dell’offerta turistica, lavoriamo in stretta collaborazione con Ersa e, quindi, la promozione dell’agroalimentare e dell’enogastronomia viaggiano insieme, con programmazioni concordate e condivise. Nell’offerta turistica si da ampio spazio alle peculiarità del territorio dal punto di vista enogastronomico e in tutte le attività di promozione del comparto agroalimentare siamo presenti con la proposta turistica dedicata. Inoltre, il piano operativo considera l’enogastronomia uno dei prodotti turistici principali data anche la grande attenzione che il mercato richiede per questo comparto e si stanno costruendo i club di prodotto dedicati, per i ristoranti e, successivamente, per la ricettività nelle cantine e nella aziende agroalimentari, al fine di strutture sempre di più una serie di servizi dedicati a scoprire le eccellenze enogastronomiche regionali”.
Nella pratica, quali suggerimenti può dare agli operatori turistici e ai produttori agroalimentari?
“Puntare sulla qualità è certamente un obiettivo cui si deve tendere per essere competitivi sul mercato turistico. Oltre a questo, bisogna strutturare servizi di livello dedicati al turista nei ristoranti, negli agriturismi, nelle trattorie e nelle aziende agroalimentari. Servizi di livello in termini di presenza di personale che parla lingue straniere, che sa accogliere e curare il turista stesso, che sa raccontare e, meglio, narrare le caratteristiche enogastronomiche del territorio, che ovviamente sono facilmente collegabili a quelle legate al territorio. Si può, in pratica, raccontare un territorio partendo da ciò che è attraente dal punto di vista culturale, storico o artistico per arrivare a parlare di piatti tipici e della loro origine, del perché sono rappresentativi di un particolare luogo e delle contaminazioni culturali di cui è frutto. Si presuppone, quindi, che questi punti di ristoro diventino un punto di ‘informazione turistica’ di tutto quello che l’ambito di competenza può offrire. Anche questo è un importante complemento all’offerta turistica che può dare un territorio strutturato in questo senso”.