Una soluzione a favore della tutela dell’ambiente e a difesa del consumatore, ma anche uno strumento che agisce contro l’economia sommersa: sono le caratteristiche principali di ‘Biomassplus’, il certificato studiato dall’Associazione italiana energie agroforestali (Aiel) per la legna da ardere e il cippato.
La presentazione si è tenuta a fuine maggio nella sede della Regione a Udine, alla presenza – tra gli altri – dell’assessore alle Risorse agricole e forestali del Friuli Venezia Giulia Cristiano Shaurli e dell’onorevole Giorgio Zanin, membro della commissione Agricoltura alla Camera dei deputati. La scelta del capoluogo friulano quale sede dell’evento non è stata casuale, visto che il primo certificato Biomassplus in Italia è stato ottenuto proprio da un’azienda con sede a Udine, il che è, secondo l’assessore Shaurli, un motivo d’orgoglio per il Fvg.
Biomassplus è, nella fattispecie, un’ulteriore garanzia di qualità che interessa la filiera di produzione del legno da ardere. Pertanto, come ha spiegato il direttore generale di Aiel Marino Berton, il controllo è effettuato “dal bosco al camino”. Tale precisa verifica permette di ottenere più obiettivi: la tracciabilità del materiale, la sostenibilità ambientale del prodotto, la sua qualità generale e la possibilità di scelta consapevole del cittadino.
Per il Friuli Venezia Giulia, in particolare, si tratta di un aspetto cruciale, poiché il territorio regionale è per il 40% coperto da foreste. Secondo le statistiche, dal loro accrescimento annuo il prelievo di legno è attualmente pari al 15%. Dai dati statistici, inoltre, emerge che in regione la legna è l’unica fonte di calore per il 9% della popolazione, mentre quasi un quinto delle famiglie usa i prodotti del legno come integrazione a altri tipi di combustibile.
Di fronte a queste cifre, tuttavia, il certificato di qualità non ha solo una valenza economica e ambientale. Come ha spiegato l’onorevole Zanin, infatti, la certificazione è anche un modo per incentivare le aziende ad agire secondo i principi di legalità. In tal modo l’economia in nero si riduce, non solo nell’interesse dello Stato ma anche, o soprattutto, per il bene del cittadino che ha modo di acquistare un prodotto di qualità. A tal proposito Shaurli ha dichiarato che la Regione non intende limitarsi alla sola educazione del consumatore, ma promuovere anche percorsi di formazione per i produttori.