A gettare una secchiata di acqua gelida sulla polemica che aveva infiammato i giorni precedenti, quando i trevigiani avevano accusato pasticceri e organizzatori del tiramisù più lungo del mondo di aver ‘barato’ usando la panna nella produzione del dolce dei primati, ci pensa la Guinness World Record di Londra. Una nota comunica che “il primato è valido” e quindi conferma l’impresa dei friulani che hanno prodotto ben 266,90 metri di tiramisù entrando nell’olimpo dei record mondiali.
Il sito ufficiale GWR è stato aggiornato alla voce the longest tiramisù e da oggi riporta proprio il primato friulano realizzato a Villesse, al Tiare Shopping l’11 febbraio. “Siamo felici di questa conferma – dice sorridendo Ricci Mirko, organizzatore del record di Villesse – anche se scontata. Abbiamo usato la ricetta che già nel 2015 era stata utilizzata nella produzione del tiramisù più grande del mondo di Gemona. Record tra l’altro imbattuto da tre anni. Se questo primato non fosse stato valido, non lo sarebbe stato neanche quello gemonese. Ci siamo attenuti al regolamento, rispettando le ferree regole imposte da Londra. Inoltre era presente il giudice Lorenzo Veltri che ha scrupolosamente assistito e seguito ogni passaggio del record, dagli ingredienti allo svolgimento, fino alla distribuzione”.
“Capisco che gli amici veneti volessero cavalcare il nostro evento per affermare ancora una volta l’ortodossia della ricetta, che io stesso posso anche condividere, ma polemizzare sulla validità di un record o meno spetta solo ed esclusivamente a chi i record li certifica”.
Il tiramisù più lungo del mondo è stato confezionato con l’aiuto dell’Etica del Gusto e del Civiform di Cividale, che hanno lavorato ininterrottamente sabato e domenica, utilizzando 400 chili di panna e 400 chili di mascarpone di Latterie Friulane, oltre 3000 uova biologiche dell’azienda Pascolo, 420 litri di caffè dell’azienda friulana Oro Caffè, oltre 48000 savoiardi Bonomi di cui ben 10100 tagliati a mano per garantire la larghezza. Il tutto disposto su oltre 140 tavoli che hanno garantito lo svolgimento del dolce da record.
“Questo record è un nuovo vanto friulano nel mondo – conclude Ricci – che va preso a esempio come collaborazione territoriale, tra aziende e persone. Anche se i record, ovviamente, sono fatti per essere battuti, invito altre organizzazioni della nostra regione ora a pensare a valorizzare questo dolce, a incentrare il turismo sul suo sfruttamento, non di certo a iniziare una guerra a chi lo realizza più lungo che porterebbe a svalutare l’importanza del primato raggiunto e del prodotto stesso”.