Il divieto di portarsi da casa il ‘panino’ a scuola continua a suscitare polemiche. Visto il vespaio di commenti, il Comune di Udine interviene con una precisazione: “Non abbiamo mai emesso un divieto, in quanto non è nostro compito o meno vietare il consumo di pasti domestici in ambito scolastico. Il permesso o meno di mangiare a scuola cibi preparati a casa spetta, infatti, esclusivamente ai dirigenti scolatici. Chiarito questo – spiega l’assessore all’Educazione, Sport e Stili di Vita, Raffaella Basana – come amministrazione comunale sosteniamo pienamente la posizione assunta collegialmente da dirigenti scolastici, amministratori locali e Azienda sanitaria. Una posizione contraria al consumo del pasto domestico nelle mense scolastiche”.
“Questo per varie ragioni che abbiamo abbondantemente spiegato e che si possono sintetizzare nel fatto che la scelta di autogestire il pasto rappresenta una vera e propria involuzione culturale che riporta a una dimensione individuale un’attività che presenta una funzione sociale anche di livellamento delle diseguaglianze e che incide pesantemente sugli aspetti educativi e organizzativi del momento del pasto”, continua Basana.
“In un incontro svoltosi a fine settembre, lo ricordiamo, il Comune, insieme con altre amministrazioni locali, i dirigenti scolastici del comprensorio udinese, oltre ai referenti dell’Azienda sanitaria integrata di Udine, aveva assunto una posizione favorevole nei confronti dei consumi di pasti preparati dai servizi di ristorazione a discapito di quelli domestici”, conclude l’assessore.