Il patrimonio enologico dell’Italia è fatto di prodotti ad alto valore simbolico che esprimono uno stile di vita chiaramente riconoscibile ed invidiato, ed è per questo il primo bersaglio di innumerevoli forme di contraffazione. Quello più eclatante è l’italian sounding, e consiste nell’utilizzo improprio di segni distintivi e descrizioni che si rifanno in qualche modo al nostro Paese per trarne un profitto. Il fenomeno ha clamorosi risvolti economici e riguarda in particolare i mercati extracomunitari: negli Stati Uniti apparentare un prodotto alimentare locale all’Italia consente di metterlo in vendita anche al 50% in più. Il Ministero dello Sviluppo Economico stima che queste pratiche fraudolente creino un giro d’affari a livello mondiale di quasi 60 miliardi di euro, più del doppio di tutto l’export agroalimentare italiano.
In passato il Consorzio di Tutela del Prosecco DOC ha avviato numerose azioni per difendere la Denominazione d’Origine da una lunga serie di imitazioni che presentano storpiature del nome o che sono prodotte in Stati esteri. Il caso più recente risale a giugno di quest’anno: un “Prosecco” prodotto fraudolentemente in Brasile è addirittura stato premiato durante il Vinexpo di Bordeaux, prima che il Consorzio smascherasse la frode. Durante l’incontro si discuterà su quali azioni è possibile intraprendere per tutelare questo prodotto del nostro territorio, protagonista indiscusso del Made in Italy nel mondo. Proprio del caso prosecco contraffatto si parlerà il 3 dicembre alle 17.30 all’azienda vinicola Pitars di San Martino al Tagliamento nel corso di un convegno sulla tutela del vino italiano. Interverranno Stefano Zanette e Luca Giavi, rispettivamente Presidente e Direttore del Consorzio di Tutela del Prosecco DOC. L’evento è aperto al pubblico gratuitamente.